AGI - Durerà ancora almeno fino alle elezioni americane, almeno a sentire gli analisti, la volatilità dei mercati. Il sell-off dei titoli di Stato statunitensi ha provocato negli ultimi giorni una serie di oscillazioni sui mercati, dall'oro (che ha raggiunto livelli record) alle valute.
I Treasury infatti si avviano a vivere uno dei mesi peggiori degli ultimi anni, con i rendimenti dei decennali che sono saliti di quasi 0,4 punti percentuali al 4,2%: i dati economici che mostrano un'economia in salute e l'emergente "Trump trade" hanno spinto gli operatori a rivedere le loro aspettative sul percorso dei tassi di interesse. Inizialmente, dopo il taglio 'jumbo' ossia dello 0,50% dei tassi da parte della Fed, si aspettavano una mossa analoga nei prossimi direttivi della banca centrale. Ma ora, il rafforzamento dei dati economici e delle scommesse sull'ipotesi di una vittoria da parte dei repubblicani, le cui politiche potrebbero rialzare l'inflazione, gli investitori non danno così per scontato un ulteriore allentamento della politica monetaria. Secondo Rob Burrows, gestore di fondi obbligazionari governativi presso M&G Investments, intervistato da FT, con i forti numeri sull'occupazione a sostegno dell'idea che sarebbero necessari tagli meno incisivi, il "mercato si è spaventato".
Di contro, il dollaro sta vivendo il mese migliore degli ultimi due anni, apprezzandosi per oltre il 3% nelle ultime settimane. Ciò ha spinto lo yen al di sotto del livello di 150 yen per il dollaro, mentre soffre anche il peso messicano, vittima della minaccia dell'ex presidente Donald Trump di imporre dazi sulle auto importate.
Secondo quanto spiegato a FT da Mark Cabana, responsabile della strategia dei tassi USA presso Bank of America, i recenti dati economici hanno "gettato acqua fredda" sulla necessità di un altro taglio di mezzo punto dei tassi, "costringendo" così il mercato a ridimensionare le aspettative di recessione degli Stati Uniti. Intanto, la volatilità nel mercato dei Treasury, misurata dall'indice Ice BofA Move, ha raggiunto nei giorni scorsi il livello piu' alto dalla fine dell'anno scorso.
"L'incertezza proviene da più parti: dai fondamentali economici, dalla reazione della Fed e dal contesto politico, che potrebbe portare a cambiamenti nella politica fiscale", ha spiegato Akshay Singal, responsabile globale del trading sui tassi di interesse a breve termine di Citigroup. A suo giudizio, esiste uno scenario in cui la Fed non taglierà affatto nel 2025 e un altro in cui taglierà di 1,25 punti percentuali o più. Diversi investitori hanno affermato che la maggiore volatilità e incertezza deriva dalla maggiore attenzione del mercato ai dati sull'occupazione. E non solo: ma sarebbero alimentate anche dall'attesa della legge di bilancio del Regno Unito e dalle elezioni statunitensi. Questo perché, secondo gli osservatori, in caso di vittoria di Trump, potrebbero aumentare le tariffe, e potrebbero essere decisi tagli fiscali e altre politiche che alimenterebbero l'inflazione, esercitando una pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari.
Per tutti questi motivi, gli osservatori ritengono che i prossimi dati sui salari e sul mercato del lavoro Usa saranno particolarmente importanti, anche se potrebbero non 'sciogliere' questo clima di incertezza in quanto bisognerà considerare gli scioperi (ad esempio dei lavoratori portuali) e gli uragani delle scorse settimane.