AGI - Il settore del cacao è sotto la lente d'ingrandimento, da diversi anni, per la volatilità dei prezzi e per le condizioni di lavoro e di reddito degli operatori del settore che operano principalmente nel continente africano. L'Africa produce attualmente il 70% delle fave di cacao vendute globalmente, ogni anno, con Ghana e Costa d'Avorio a contendersi lo scettro di leader di questa produzione.
Uno "scettro" che tuttavia vale poca cosa visto che è la trasformazione della materia prima (e non la coltivazione) la fonte vera del business che ruota attorno a questa commodity: un processo che, ancora oggi, in Africa è davvero molto raro nel settore del cacao. Contro questa realtà Fairtrade - organizzazione internazionale per il rispetto dell'ambiente e dei diritti degli agricoltori a un lavoro dignitoso sviluppando in loco le filiere di prodotti come caffè, cacao e banane - ha annunciato il lancio di un portale web.
Il nuovo strumento raccoglie online i prezzi di riferimento per redditi e salari dignitosi in 17 Paesi di Asia, Africa e America Latina (come Costa d'Avorio, Ecuador e Indonesia) e agevolerà le aziende trasformatrici nello sviluppo di filiere sostenibili.
Il portale web è stato pensato progettato per rendere più semplice alle aziende l'identificazione dei prezzi da pagare ai coltivatori per garantire loro redditi e salari dignitosi: grazie a una mappa interattiva, gli utenti possono infatti individuare i prezzi di riferimento sia per prodotto che per il Paese di provenienza, scaricare un report sui fattori che determinano ciascun prezzo e in che modo è stato calcolato e navigare in una sezione che fornisce valide informazioni sulla strategia per il reddito dignitoso, che mette al centro della sostenibilità mezzi di sussistenza dignitosi.
Fairtrade ha calcolato il prezzo di riferimento per il reddito dignitoso specifico in 17 regioni, sviluppando il suo studio attraverso una ricerca approfondita e un processo di verifica con gli stessi agricoltori e con altri esperti locali del settore. I prodotti censiti sono, tra gli altri, banane, cacao, caffè, noci di cocco, noci e mango.
In Ghana, il National cocoa board (Cocobod, ovvero l'ente regolatore del cacao ghanese) ha testato con successo un sistema di tranciabilità delle fave di cacao nell'ambito di una fase pilota. "Abbiamo mappato tutto il cacao del Ghana, stabilito un sistema di tranciabilità end-to-end e lo abbiamo testato con successo", ha annunciato Michael Amoah, capo dell'ufficio R&D di Cocobod durante un seminario organizzato dai gruppi ambientalisti no-profit, Fern e Mighty Earth.
Il governo del Ghana, ha chiarito ancora Amoah, ripreso da Reuters, sta portando avanti gli sforzi per conformarsi alla nuova legislazione dell'Ue sulla lotta globale alla deforestazione (Eudr). Un regolamento che entrerà in vigore tra la fine di dicembre 2024 o l'inizio del 2025 e proibirà l'importazione in Europa di prodotti che potrebbero aver contribuito alla deforestazione e al degrado forestale (come caffè, cacao o anche olio di palma) a meno che non siano adeguatamente certificati. L'Unione europea è la principale destinazione del cacao ghanese, con oltre il 60% dell'export.