AGI - Finora l'Italia ha speso 51,4 miliardi dei fondi Pnrr, quasi 10 in più rispetto al risultato che era stato raggiunto al termine del 2023. Sono praticamente la metà delle risorse, 102,5 miliardi, erogate fino a questo momento. Quando mancano due anni alla conclusione del piano ideato per la ripresa post pandemica dei Paesi Ue, al 30 giugno 2024 gli interventi attivati ammontano a circa 165 miliardi di euro, pari all'85% della dotazione complessiva del Piano. I progetti non ancora attivati riguardano invece le misure introdotte con la revisione del Pnrr, approvata l'8 dicembre 2023, per le quali è in via di conclusione la fase di selezione dei progetti. La cabina di regia di Palazzo Chigi oggi ha approvato la quinta relazione semestrale sull'andamento del Pnrr, nei prossimi giorni il testo verrà inviato in Parlamento. Con la richiesta di pagamento della sesta rata, presentata il 28 giugno scorso, l'Italia ha attestato il raggiungimento di traguardi ai quali è connesso il 63% delle risorse del piano. Finora ha ricevuto 102,5 miliardi di euro, corrispondenti al 53% della dotazione complessiva del Piano. Un dato che salirà a 113,5 miliardi di euro, oltre il 58% delle risorse totali, a seguito del pagamento atteso a breve della quinta rata, approvato dalla Commissione europea il 2 luglio 2024 e dal Comitato economico e finanziario il successivo 18 luglio.
"L'Italia è al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti e avanzamento finanziario del Pnrr. Siamo lo Stato membro che ha ricevuto finora l'importo economico maggiore: 113 miliardi e mezzo di euro, a fronte dei 194,4 previsti dal Piano, ovvero il 58,4% del totale", rivendica la premier Giorgia Meloni. Poi la presidente del Consiglio aggiunge: "Siamo stati i primi in Europa a ricevere il pagamento della quinta rata da 11 miliardi; i primi a inoltrare la richiesta per la sesta rata da 8 miliardi e mezzo e siamo a buon punto anche per quanto riguarda la settima rata, che vale 18 miliardi e 200 milioni di euro e che è stata al centro dei lavori della Cabina di regia del 3 luglio scorso".
I risultati sullo stato di attuazione #PNRR sono il frutto di un confronto costante con la task force della Commissione #Ue. Per questo ritengo che non ci siano assolutamente problemi con il #Governo, tutto ciò che abbiamo fatto è trasparente e oggetto di un confronto tecnico. pic.twitter.com/CPt8UdCRYd
— Raffaele Fitto (@RaffaeleFitto) July 22, 2024
Il cronoprogramma del governo dei prossimi mesi prevede di lavorare alla settimana rata nella seconda metà del 2024, mentre nei due semestri del 2025 l'impegno sarà sull'ottava e la nona per poi passare all'analisi della decima nei primi sei mesi del 2026. Tra gli investimenti più significativi della sesta rata spicca la linea Adriatica per il potenziamento del trasporto del gas. Sono stati assegnati inoltre i contratti per la costruzione di collegamenti ferroviari ad alta velocità sulle linee Orte-Falconara e Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia. Il ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto, interpellato sulla differenza tra la spesa di 45,6 miliardi rilevato nella quarta relazione al 31 dicembre 2023 e il calcolo con l'avanzamento attuale, puntualizza che: "È frutto del fatto che quella spesa indicata nel testo precedente prevedeva alcune misure che poi abbiamo spostato con la rimodulazione. La spesa che c'è stata viene ufficialmente ridotta di 4 miliardi per le misure che sono state espunte dal piano. Ora siamo arrivati a oltre 51 miliardi, quindi c'è una crescita di quasi 10 miliardi tra quanto speso a fine 2023 e adesso".
Fitto, in predicato secondo alcuni retroscena di lasciare il governo per andare a rivestire il ruolo di Commissario Ue, invita a guardare "il bicchiere mezzo pieno" perché dalla relazione emerge "un quadro di avanzamento molto positivo, anche sul fronte della spesa". Quanto alla discussione su una eventuale proroga della scadenza del piano, a cui nei giorni scorsi si è aggiunto anche il titolare dell'Economia Giancarlo Giorgetti, Fitto resta cauto: "Il dibattito è politico e legittimo, ma sarà affrontato eventualmente in Consiglio europeo tra gli Stati membri e poi eventualmente dalla Commissione. Da ministro che si occupa del Pnrr, non posso partecipare a questo dibattito, ho una data di scadenza del Piano, il 2026, e per me è quella". Il partito della premier la scorsa settimana non ha votato a favore della rielezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue, interpellato se questa circostanza possa creare ostacoli allo svolgimento del Pnrr il ministro replica: "Reputo che sia distante anni luce il rischio o l'eventualità che ci siano problemi tra il governo italiano e le istituzioni europee nel merito dell'attuazione del Pnrr in funzione di valutazioni politiche. Lo escludo categoricamente".