AGI - A pochi mesi dal suo novantesimo compleanno il re della moda italiana Giorgio Armani non esclude più una vendita o una quotazione in Borsa una volta che non sarà più al comando. Lo stilista che in passato ha sempre difeso con forza l'indipendenza del suo gruppo in occasione di un’intervista pubblicata dall’agenzia Bloomberg ha infatti dichiarato: "L’indipendenza dai grandi gruppi potrebbe essere ancora un valore trainante per il Gruppo Armani in futuro, ma non credo di poter escludere nulla". "Non sto per il momento considerando un'acquisizione da parte di un grande conglomerato del lusso", ma ha spiegato lo stilista "non voglio nemmeno escludere nulla a priori, perché questo non sarebbe un comportamento molto imprenditoriale". Sulla questione Ipo Armani ha quindi detto che non è una questione ancora discussa ma "la quotazione è un'opzione che potrebbe essere presa in considerazione, si spera, in un lontano futuro".
Sul tema dei grandi gruppi del lusso che negli ultimi anni hanno acquisito tanti marchi anche simbolo del made in Italy Armani ha quindi constatato come questi abbiano sempre “più marchi storici nel mirino”. L’acquisto potrebbe “garantire da un lato la crescita, dall’altro comporta un Interrogato sulla sua successione", Armani ritiene che "la soluzione migliore sarebbe un gruppo di persone di fiducia che mi sono vicine e che ho scelto".
Giorgio Armani in base alla classifica degli uomini più ricchi del mondo stilata da Forbes è 176esimo che stima il valore del suo patrimonio in una cifra pari a 11,2 miliardi di dollari. Nel 2022 il Gruppo Armani ha registrato di 2,35 miliardi di euro, in crescita del 16,5%, e ha visto il suo utile operativo (Ebit) aumentare del 30% a 202,5 milioni di euro.
Lo stilista che non ha figli ha anche parlato dei vertici della Fondazione del suo Gruppo: Pantaleo Dell'Orco, che lo ha aiutato per anni nella gestione della sua azienda, ma anche le nipoti Silvana e Roberta Armani e il suo nipote Andrea Camerana. "La Fondazione deciderà e governerà il futuro del Gruppo Armani perché a comandare sono le persone a me più vicine". Infine lo stilista ha ricordato gli esordi della sua Maison che era una piccola azienda, trasformata nel tempo nel grande gruppo internazionale attuale. "La mia speranza - ha concluso Armani - è sempre quella che la moda italiana rimanga un simbolo non solo di immagine ma anche di operosità e artigianalità”. “Se c’è una caratteristica che ci definisce come italiani, è la capacità di adattamento”.