AGI - Martedì o nel corso del Consiglio dei ministri in programma mercoledì il governo procederà con la nomina del commissario straordinario per la gestione dell'ex Ilva. Una scelta che arriva dopo mesi di mediazioni non andate a buon fine con il colosso ArcelorMittal - che attualmente detiene il 62% della società, il resto delle azioni sono in mano pubblica tramite Invitalia - per arrivare a un cambio del pacchetto di maggioranza del principale polo siderurgico nazionale, travolto dai debiti. Nei giorni scorsi in una deposizione in Parlamento il management di Acciaierie d'Italia ha quantificato il rosso in circa 700 milioni di euro.
In serata l'esecutivo ha incontrato sia le aziende dell'indotto sia le parti sociali per illustrare i provvedimenti già adottati a tutela dei lavoratori delle aziende dell'indotto e per annunciare le prossime mosse, a partire dall'intenzione di mettere in campo un ammortizzatore sociale unico. Ieri Invitalia ha avanzato al Mimit la richiesta di amministrazione straordinaria di Acciaierie d'Italia con l'obiettivo di raggiungere la continuità e il rilancio produttivo degli impianti. Palazzo Chigi ha fatto sapere che a giorni saranno nominati i commissari straordinari, assicurando che "la scelta ricadrà su figure che abbiano una professionalità e una competenza specifica nel settore siderurgico e una conoscenza diretta degli impianti".
Tra i nomi papabili come commissario, a quanto filtra, alcuni docenti universitari e degli esperti del comparto siderurgico. L'obiettivo del governo tramite l'amministrazione straordinaria è quello di riuscire a ottenere i documenti per avere contezza di quali e quanti sono i creditori dell'azienda. Successivamente dovrebbe partire la fase di ricerca di un nuovo socio privato disposto ad investire nel rilancio di ex Ilva e dei suoi poli produttivi in Puglia, Liguria e Piemonte, che con l'indotto totalizza 20mila lavoratori.
Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha fatto sapere che ci sono diversi investitori interessati, sia italiani sia stranieri. Per questo si cercherà di organizzare una gara in tempi rapidi. Acciaierie d'Italia non avrebbe ancora fornito la lista dei creditori e ora, con la nomina di un commissario, potrebbe procedere con una azione legale per tutelare i suoi diritti. Ogg ArcelorMittal si è detta "sorpresa" dalla prospettiva di un commissariamento.
I rappresentanti dell'indotto hanno avanzato alcune proposte con richieste di sostegno alle aziende, ricevendo dal governo rassicurazioni che saranno sottoposte a verifica. Il tavolo di confronto rimarrà attivo fino alla conclusione della vicenda dell'ex Ilva. Il decreto legge varato metà gennaio a tutela dell'indotto, che introduce garanzie tramite Sace per le aziende creditrici, in fase di conversione in Parlamento sarà suscettibile di ulteriori miglioramenti per garantire la continuità produttiva e aziendale dell'ex Ilva. "Uno dei grandi problemi è che Acciaierie d'Italia ha messo un veto totale sulla documentazione, ad oggi il governo non dà la situazione creditoria o debitoria. Con l'amministrazione straordinaria su puo' fare una gara, se non entrano e capiscono la situazione non possono prospettarla ad eventuali investitori, ce ne sono sia italiani sia stranieri", spiega Pasquale Di Napoli, presidente di Confindustria Taranto. Soddisfatti i sindacati, che da mesi chiedevano un rafforzamento del ruolo pubblico per il rilancio di Ilva. Anche se resta la preoccupazione sul versante occupazionale.
"Tra qualche ora la gestione sarà direttamente dello Stato ed il commissario redigerà un piano industriale. Ci sarà un prestito ponte di 320 milioni di euro. Servirà mettere in sicurezza gli impianti, fare manutenzioni, programmare nuove investimenti. C'è l'impegno da parte del governo a supportare tutto quello che saranno necessario per far andare avanti lo stabilimento", riferisce il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Per il segretario della Fiom Michele Di Palma "siamo alla fine dell'era Mittal e a poche ore dalla nomina di un commissario. Abbiamo sempre sostenuto che la situazione era drammatica e bisognava anticipare i tempi con la salita della partecipazione pubblica. Abbiamo chiesto di modificare in sede di conversione il decreto, per garantire non solo la continuità occupazionale ma anche quella produttiva".
Mentre per il leader della Fim Cisl Roberto Benaglia: "Il governo ci ha garantito che è chiusa la fase dei Mittal in Italia. Ora comincia la gestione commissariale. Noi abbiamo garantito al governo la disponibilità al confronto e abbiamo chiesto garanzie per aziende e lavoratori". L'ex Ilva prova a voltare pagina nell'assetto proprietario per rinascere ma si profila una possibile battaglia legale che potrebbe pesare nella ricerca di nuovi partner.