AGI - I mercati viaggiano nervosi e contrastati, in attesa della Bce di domani e mentre faticano a digerire l'allungamento dei tempi sui tagli dei tassi di interesse, in vista dell'uscita di due dati chiave dagli Usa: il Pil del quarto trimestre, che verrà diffuso domani e l'indice della spesa per consumi personali (Pce), l'indicatore di inflazione preferito dalla Fed, in agenda per venerdì.
Oggi invece usciranno i Pmi, gli indici anticipatori economici di Stati Uniti ed Europa. Secondo un sondaggio della Reuters, la Federal Reserve aspetterà il secondo trimestre prima di tagliare i tassi e domani per la Bce gli analisti non si attendono grosse novità sui tassi, che resteranno invariati, mentre l'istituto ribadirà il suo approccio dipendente dai dati. Anche Christine Lagarde molto probabilmente ripeterà ciò che ha già detto a Davos e cioè che la Bce ha bisogno di più tempo per essere sicura che l'inflazione verrà domata e la previsione degli esperti è che anche per la banca centrale europea difficilmente un primo taglio arriverà prima di giugno. E il motivo è semplice: i dati sulla crescita salariale dell'Eurozona nel primo trimestre saranno pubblicati poco dopo la riunione della Bce di aprile e solo a quel punto l'istituto metterà in campo una prima riduzione del costo del denaro.
Intanto oggi le Borse asiatiche sono miste e i future a Wall Street e in Europa avanzano, dopo una chiusura contrastata ieri a New York e sulla scia del balzo dell'8% dei titoli di Netflix, trainati dall'incremento di 13 milioni di unità dei suoi abbonati nel quarto trimestre, nettamente sopra gli attesi 8,7 milioni in più. Più nel dettaglio in Asia, la Borsa di Tokyo va fuori giri per il secondo giorno consecutivo e perde oltre mezzo punto percentuale, per le prese di beneficio degli investitori e per i segnali contrastanti provenienti dalla Boj. La Bank of Japon ha sostanzialmente mantenuto il suo atteggiamento ultra-conciliante al termine della riunione di ieri ma il governatore Kazuo Ueda ha prospettato dei passi in avanti verso la fine dei tassi di interesse negativi.
Ueda ha assicurato che la Boj manterrà una politica accomodante anche dopo aver abbassato i tassi dai minimi storici, ma questo non è bastato a rassicurare gli investitori. Buone notizie invece da Hong Kong, dove l'inidice Hang Seng avanza quasi dell'1,5%, trainato dai tecnologici e in particolare da Alibaba, che guadagna oltre il 4%, dopo i rapporti secondo cui i co-fondatori Jack Ma e Joe Tsai hanno acquistato complessivamente 200 milioni di dollari di azioni della major dell'e-commerce nel quarto trimestre. In leggero rialzo anche Shanghai, che avanza dopo la notizia secondo cui il governo cinese sta pianificando un pacchetto di sostegno da 2 mila miliardi di yuan (278 miliardi di dollari) per le azioni del Dragone.
Più in generale il sentiment nei confronti della Cina resta comunque debole a fronte del persistente rallentamento della ripresa economica post-Covid. In calo dello 0,5% anche Seul e piatta Sydney. A Wall Street i future sono positivi, in attesa di altre trimestrali e dopo che ieri a New York l'indice S&P 500 ha centrato il terzo record consecutivo, il Dow Jones ha ceduto lo 0,25% dopo il record di lunedì, e il Nasdaq è salito dello 0,43%. Tra i titoli più trattati, 3M è crollata dell'11,76%, Johnson & Johnson ha ceduto l'1,75% nonostante abbia riportato risultati trimestrali leggermente superiori alle aspettative. DR Horton ha perso il 9,26%, mentre Verizon Communications è salita del 5,37% dopo la previsione di utili annuali in rialzo. Bene anche Procter & Gamble (+4,13%) per aver superato le aspettative di profitto del secondo trimestre. Oggi è attesa la trimestrale di Tesla, mentre per le big bisognerà ancora attendere. In rialzo anche i future sull'Euro Stoxx, dopo una chiusura in calo, in attesa della Bce.
Intanto lo spread tra Btp e Bund ha chiuso ieri a 157 punti, in rialzo rispetto ai 155 punti dell'apertura e sul fronte valutario l'euro ha continua a viaggiare sotto quota 1,09 dollari. Nel frattempo il bitcoin ha perso il 15% del suo valore nelle ultime due settimane, scendendo sotto i 39.000 dollari, poichè alcuni investitori utilizzano il tanto pubblicizzato lancio degli Etf, gli exchange traded fund bitcoin all'inizio di questo mese per prendere profitti ed uscire dalle loro partecipazioni nella volatile criptovaluta. In Asia il prezzo del petrolio è poco mosso, dopo una chiusura in lieve calo a New York, con il Brent a 79,50 dollari al barile, dopo aver brevemente toccato quota 80 dollari, mentre il Wti resta sotto 75 dollari. Il calo è dovuto alle interruzioni della produzione negli Stati Uniti e alle tensioni in Medio Oriente ed Europa rispetto all'aumento l'offerta di greggio in Libia e Norvegia.