AGI - "Le parti hanno convenuto sul momento estremamente difficile dell'ex Ilva e hanno concordato di proseguire il confronto impegnandosi a fare ciascuno la propria parte per la tutela della produzione e dell'occupazione e la salvaguardia dell'ambiente e della sicurezza dei luoghi di lavoro". Lo comunica Palazzo Chigi al termine del tavolo tra il Governo e le organizzazioni sindacali sull'ex Ilva di Taranto.
"Già nei prossimi giorni sarà aperto al Mimit e al Ministero del Lavoro un tavolo sulla vicenda che riunirà tutti i soggetti interessati: istituzioni locali; sindacati; associazioni datoriali. I ministri delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone incontreranno nelle prossime ore i rappresentanti delle imprese fornitrici e dell'indotto, così come da loro richiesto, manifestando la disponibilità ad analoghi incontri con i rappresentanti dei lavoratori".
Preoccupati i sindacati. "Confermiamo che per noi la via maestra continua a essere il ruolo pubblico e la gestione pubblica - ha detto Michele De Palma, segretario generale della Fiom, al termine del tavolo tra governo e sindacati. Il governo sta procedendo - con il decreto - sulla strada di una amministrazione straordinaria. Ci sono ancora 14 giorni ma è chiaro che c'è il divorzio - per via legale o per via contrattuale - con Mittal".
"In questo momento la situazione è complessa e la prima cosa è garantire risorse per la manutenzione degli impianti, la tenuta in sicurezza e le lavoratrici e lavoratori", ha aggiunto l'esponente della Fiom. In merito alle risorse, De Palma ha spiegato che "sono già nelle disponibilità del decreto 320 milioni" ma "noi abbiamo detto che non bastano per poter tenere in piedi gli impianti, garantire l'occupazione e rilanciare la produzione. Il governo, ha risposto che su questo ci sono le condizioni work in progress per intervenire con ulteriori risorse".
Intanto Fabio Greco, presidente di Aigi, l'associazione che raggruppa la maggioranza delle imprese che lavorano a Taranto con l'ex Ilva, afferma: "Stiamo dalle 5.30 in assemblea davanti a tutte le portinerie di Acciaierie d'Italia e ci rimarremo sino a stasera alle 22-22.30. Siamo circa in 800 tra imprenditori dell'indotto, trasportatori e nostri dipendenti e collaboratori. Siamo in tre organizzazioni a manifestare: Aigi e Confapi, che rappresentano le imprese, e Casartigiani che è dei trasportatori".
"Oggi, come avevamo annunciato - prosegue Greco - abbiamo garantito il cosiddetto 'minuto mantenimento' degli impianti. Abbiamo cioè fatto entrare in fabbrica il personale e le imprese per lo stretto necessario. Con Acciaierie, abbiamo concordato chi doveva entrare perchè funzionale a queste attività. Ma da domani non faremo entrare più nessuno se il Governo continua a non risponderci e a non convocarci malgrado le nostre ripetute richieste".
Quello che accomuna nella protesta Aigi, Confapi e Casartigiani è il rischio di una nuova amministrazione straordinaria per l'ex Ilva: stavolta investirebbe Acciaierie d'Italia, nel 2015 ha invece riguardato l'Ilva che due anni prima era stata commissariata dal Governo e tolta alla proprietà del gruppo Riva. Gli imprenditori temono che temono che l'amministrazione straordinaria di Acciaierie possa mandare in fumo i loro crediti creando grossi problemi alle aziende.
Solo Aigi calcola il mancato pagamento di fatture in questa fase per circa 120 milioni. Nel 2015, invece, l'amministrazione straordinaria ha riguardato crediti per 150 milioni che sono nello stato passivo di Ilva ma non ancora riscossi. E insieme a Aigi e Confapi, da oggi è tornata a protestare Casartigiani con i trasportatori, che l'altro ieri avevano sospeso il presidio di protesta che era in corso dal 2 gennaio, con i mezzi sul piazzale della portineria C del siderurgico.
L'avevano sospeso perchè a parte di loro erano arrivati i bonifici dei pagamenti. Poi il varo del decreto legge da parte del Governo che rende possibile l'amministrazione straordinaria e il rischio di rivivere quanto accaduto nel 2015, ha spinto anche Casartigiani a unirsi alla protesta delle altre due sigle. "La notte scorsa e anche nella giornata di ieri - spiega Stefano Castronuovo, coordinatore Casartigiani Puglia - Acciaierie, venuto meno il nostro presidio ed essendo l'area della portineria C libera, ha chiamato i trasportatori ed ha fatto caricare per i suoi clienti i prodotti che in questi giorni si erano accumulati in fabbrica"
"Parliamo di coils e lamiere che sono stati fatti uscire dallo stabilimento. Da Acciaierie hanno chiamato trasportatori calabresi e campani e hanno fatto svuotare. Mossa legittima - aggiunge Castronuovo - fatta probabilmente nel timore sia di nuovi blocchi, che dell'arrivo dell'amministrazione straordinaria per la società. Hanno chiamato anche trasportatori di Taranto ma noi non abbiamo accettato. Andare a caricare avrebbe significato avere altri crediti nei confronti dell'ex Ilva visti i tempi di pagamento lunghissimi e l'ammontare fatture ancora irrisolto".