AGI - I mercati arrancano e s’indeboliscono dopo i dati sul Pil cinese e perché a livello globale c’è troppa incertezza sui tagli dei tassi di interesse. Dopo i toni da 'falco' usati lunedì a Davos da diversi membri della Bce, ieri anche il governatore della Federal Reserve Christopher Waller ha detto che i tagli dei tassi di interesse negli Usa sono probabili quest’anno, anche se occorre "agire con cautela" e non muoversi troppo in fretta. E oggi a Davos c’è attesa per l'intervento della presidente della Bce, Christine Lagarde, mentre i trader continuano a puntare su una riduzione del costo del denaro a marzo e ieri hanno rialzato da 6 a 7 il numero dei tagli previsti nel 2024, portando il totale del calo dei tassi da parte della Fed quest’anno all’1,75%. Insomma, i banchieri centrali mantengono toni da ‘falco’ e gli operatori di mercato fanno ‘orecchie da mercante’ ai loro allarmi, il che crea incertezza, fa rialzare i rendimenti dei Treasury e innervosisce le Borse.
Oggi in Asia i listini cinesi vanno giù e anche i future a Wall Street e in Europa calano, mentre i tassi sui Treasury salgono, con il 10 anni sopra il 4% e il 2 anni al 4,2%. Più nel dettaglio Hong Kong perde il 4%, Seul il 2% e Shanghai scende quasi di un punto percentuale dopo che il Pil cinese l’anno scorso è salito del 5,2%, superando leggermente il target del 5% del governo ma lasciando preoccupati gli analisti sul futuro della ripresa, poichè la crescita dell’anno scorso dipende da una base di confronto con il +3% del 2022, quando la Cina era in lockdown e dunque il Paese utilizzava ancora pesanti misure anti-Covid. Insomma l'economia del Dragone resta debole e questo non è di buon auspicio per gli altri mercati asiatici, considerato il predominio della Cina come partner commerciale.
Inoltre oggi sono usciti i dati sui prezzi della case in Cina, che confermano la crisi del settore immobiliare. Nelle città di primo livello i prezzi delle nuove case sono scesi dello 0,4% mensile a dicembre, mentre quelli delle case secondarie sono calati dell'1,1%. Oltre al Pil in Cina sono usciti degli altri dati macro, con le vendite al dettaglio che a dicembre sono salite del 7,4% annuo, sotto l'atteso +8% e in frenata rispetto al balzo del 10,1% di novembre. Bene invece la produzione industriale che ha registrato un'accelerazione a +6,8%.
A Wall Street i future arretrano, dopo aver chiuso ieri in calo, per le incertezze sui tassi e sulla scia delle trimestrali delle banche. L'indice Dow Jones è terminato giù dello 0,62%, l'S&P 500 dello 0,37% e il Nasdaq ha limitato i danni a -0,19%. Nel mirino Boeing che è arretrata del 7,89%, mentre Apple ha perso l'1,23% dopo che il gruppo ha offerto sconti sugli iPhone in Cina a causa delle pressioni della concorrenza. Intanto è entrata sempre più nel vivo la stagione delle trimestrali. Ieri è stata la volta di Goldman Sachs e Morgan Stanley, che hanno entrambe deluso sul livello degli utili, riportando risultati complessivamente contrastati.
Il titolo di Goldman è salito dello 0,71% dopo che la banca ha registrato un fatturato trimestrale superiore alle attese, grazie alla forza delle vendite e del trading di titoli azionari, che hanno compensato la debolezza dell'investment banking. Morgan Stanley ha perso invece oltre il 4% dopo che i profitti sono stati penalizzati da oneri per 535 milioni di dollari. Venerdì scorso erano uscite le trimestrali dei Wells Fargo, Bank of America, Citigroup e JPMorgan Chase, le quali avevano riportato risultati contrastati, segnando un aumento delle inadempienze sui prestiti, profondi tagli di posti di lavoro e ingenti spese una tantum, che hanno intaccato i rendimenti. Ciononostante, i big bancari hanno presentato una valutazione sostanzialmente ottimista delle prospettive per l’economia statunitense, sottolineando che la spesa dei consumatori è rimasta resiliente nonostante le persistenti pressioni legate all’aumento dei costi di finanziamento.
In calo anche i future sull’EuroStoxx 50, dopo che ieri le Borse europee hanno chiuso in calo ad eccezione di Milano che ha terminato la seduta sulla parità. Anche in Europa sull'umore degli investitori pesano le incertezze economiche e la prospettiva di tassi più alti per lungo tempo.
Nel frattempo in Medioriente, il Qatar e la Francia hanno raggiunto un accordo con Israele e il gruppo islamico palestinese Hamas per la consegna di farmaci urgenti a circa 45 ostaggi israeliani in cambio di aiuti umanitari e medici per i civili più vulnerabili nella striscia di Gaza.