AGI - La ristrutturazione del debito estero dello Sri Lanka, paese in bancarotta, sarà completata entro l'inizio di aprile. Lo ha comunicato il Governo sottolineando i segnali positivi dell'economia che starebbe uscendo dalla peggiore crisi mai registrata. La nazione era andata in default sul suo debito estero di 46 miliardi di dollari nel 2022: a causa della perdita di valuta estera, non ha potuto importare cibo, carburante e altri beni di prima necessità gettando nel panico l'intera popolazione.
L'anno scorso ha ottenuto il salvataggio del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per 2,9 miliardi di dollari, condizionato a un accordo sul debito che trovasse soddisfatti i creditori stranieri. Poi il mese scorso l'istituto di Washington ha erogato una seconda tranche di 337 milioni di dollari del suo prestito quadriennale, dopo che Colombo aveva ottenuto un accordo "di massima" sul debito con la Cina, il principale finanziatore bilaterale dello Sri Lanka. Né Colombo né Pechino hanno reso noti i dettagli dell'offerta, ma l'Fmi ha dichiarato che era sufficiente a garantire la sostenibilità del debito dell'isola.
Fonti ufficiali dello Sri Lanka hanno dichiarato che l'accordo cinese prevedeva un mix di estensione della durata e riduzione degli interessi sui prestiti bilaterali, invece di un haircut sui prestiti. Questa settimana il governo di Wickremesinghe ha invece ospitato il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki, che rappresenta il secondo creditore bilaterale dello Sri Lanka. Il governo ha riferito che Suzuki ha espresso "ottimismo" sull'economia dello Sri Lanka e ha notato la modesta crescita dell'1,6% nel trimestre di settembre, la prima espansione dopo il default del debito.
Lo Sri Lanka sperava di ottenere un accordo sul debito con i finanziatori bilaterali e con i detentori di obbligazioni sovrane internazionali entro pochi mesi dal default. Ma il processo ha registrato molti ritardi, anche a seguito del rifiuto della Cina di prendere in considerazione un haircut sui suoi prestiti esistenti, che rappresentano il 10% del debito estero totale dell'isola.
Lo Sri Lanka ha vissuto mesi di disordini civili culminati con la cacciata dell'allora presidente Gotabaya Rajapaksa quando migliaia di manifestanti presero d'assalto la sua casa. Il suo successore, Wickremesinghe, ha raddoppiato le tasse, ritirato i generosi sussidi per l'energia e aumentato i prezzi dei beni di prima necessità per sostenere le entrate dello Stato, in linea con l'accordo di salvataggio dell'Fmi.