AGI - È un inizio di anno incerto per i mercati, combattuti tra la volontà di proseguire l'andamento rialzista dell'ultima parte del 2023 e la prudenza in attesa di scrutare i dati macro che guideranno le future mosse delle banche centrali. Dall'economia globale, in effetti, continuano a venire segnali contrastanti, con un accento più marcato verso un'intonazione maggiormente di debolezza.
Gli ultimi indici Pmi manifatturieri si sono inseriti in questo solco, in particolare quelli europei, che hanno segnato lievi progressi ma rimanendo ben al di sotto della soglia dei 50 punti che separa l'espansione dalla contrazione dell'attività. I Pmi servizi mostrano una tendenza al recupero ma ancora non danno chiare prospettive di rilancio. L'inflazione in Francia e Germania è tornata a crescere a dicembre, anche se in linea con le aspettative degli analisti. Oggi, nel corso della giornata, sono attesi i dati sull'occupazione negli Stati Uniti, uno dei più sensibili cui guarda la Fed per decidere il da farsi.
I verbali del direttivo della riunione della banca centrale Usa di metà dicembre hanno reso palese che i governatori sono sempre più convinti che l'inflazione sia sotto controllo e preoccupati per i danni che una politica monetaria "eccessivamente restrittiva" potrebbe arrecare all'economia, ma non hanno chiarito quando potrebbero iniziare i tagli dei tassi.
Nel frattempo, Wall Street ha iniziato l'anno con il freno a mano tirato e i future annunciano un inizio di giornata contrastata, anche se con oscillazioni vicine alla parità, in attesa, appunto, dei nuovi dati sul mondo del lavoro, tra gli indicatori più incisivi per comprendere le tendenze dell'attività economica complessiva. Future negativi anche per le principali Borse europee: per Francoforte si prevede un avvio in calo con il Dax a -0,66%, i future del Ftse 100 di Londra arretrano dello 0,60%, mentre per l'Euro Stoxx 50 siamo a un -0,67%.
In Asia, invece, procede contrastato l'andamento delle piazze finanziarie delle due principali economie del continente. La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta in rialzo, grazie all'indebolimento dello yen rispetto al dollaro che ha favorito i titoli delle imprese più orientate all'export, mentre gli operatori attendevano i dati sull'occupazione negli Stati Uniti previsti più tardi nel corso della giornata.
L'indice Nikkei ha archiviato la sessione con un +0,27% a 33.377 punti, l'indice Topix ha segnato un +0,62% a 2.393 punti. Negativo, al contrario, l'andamento delle contrattazioni dei mercati cinesi: a Hong Kong l'indice Hang Seng cede lo 0,57%, Shanghai perde lo -0,50%. Male anche Seul con l'indice Kospi a -0,37%.
In Cina l'attività dei servizi è cresciuta al ritmo più veloce degli ultimi cinque mesi. L'indice Pmi Servizi di Caixin è infatti salito a 52,9 a dicembre 2023 da 51,5 a novembre, battendo le aspettative del mercato di 51,6. Si è trattato del 12esimo mese consecutivo di crescita dell'attività dei servizi e dell'espansione più rapida da luglio, favorita soprattutto da un solido aumento delle nuove attività. I nuovi ordini sono cresciuti al massimo da sette mesi a questa parte, con gli ordini di esportazione che sono aumentati per il quarto mese consecutivo e hanno raggiunto i livelli più alti da giugno.
Sul fronte geopolitico, il segretario di Stato americano Antony Blinken arriva in Turchia, prima tappa del nuovo, complicato tour nel Medio Oriente in crisi, per evitare che il conflitto dilaghi. Il viaggio includerà anche Israele, per quella che sarà la sua quinta visita ufficiale nel Paese dall'inizio della guerra il 7 ottobre, e la quarta nella regione.
Sul fronte delle materie prime, infine, si segnala l'altalena delle quotazioni del greggio. Dopo la chiusura in netto calo di ieri, il prezzo del petrolio ha aperto in rialzo sui mercati asiatici, con il greggio Wti che sale dello 0,78% e viene scambiato a 72,77 dollari al barile. In crescita anche il Brent a 78,06 dollari (+0,57%).
Gli investitori valutano l'ultimo rapporto dell'Eia sulle scorte settimanali negli Usa, mentre tengono d'occhio le proteste in Libia e l'escalation delle tensioni in Medio Oriente. I dati negli States hanno mostrato una riduzione oltre le attese delle scorte settimanali di greggio, ma hanno anche indicato una diminuzione della domanda con un calo di 2,356 milioni di barili di prodotto totale fornito alle raffinerie. Inoltre, le scorte di greggio presso l'hub di Cushing, in Oklahoma, sono aumentate, mentre quelle di benzina hanno registrato una crescita inaspettata. L'Opec+ nel frattempo si è impegnato a garantire la stabilita' del mercato in una dichiarazione sul suo sito web.