AGI - Nel 2022, le 25 principali Web company presenti in Italia hanno versato solo 162 milioni di imposte sul reddito al nostro Erario, mentre tra il 2014 e il 2022 le stesse società hanno eluso le Amministrazioni finanziarie dei diversi paesi in cui esercitano l'attività per 99,7 miliardi di euro, di cui 49 tra il 2014 e il 2018 e 50,7 tra il 2019 e il 2022. A denunciarlo è l'Ufficio studi della Cgia in base ai dati Mediobanca.
Tutto questo, si afferma, grazie al fatto che una parte importante degli utili ante imposte realizzati da questi giganti digitali è stata "trasferita" nei Paesi a fiscalità agevolata, garantendo a questi grandi gruppi risparmi fiscali miliardari.
L'analisi di Cgia ricorda che dal 2024 arriva la Global minimum tax, che avrà un'aliquota del 15% sugli utili realizzati dalle multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro. Gli effetti per le casse del nostro fisco rischiano però di essere insignificanti. Secondo il dossier curato dal Servizio Bilancio dello Stato della Camera, si stima che nel 2025 l'erario possa incassare 381,3 milioni di euro, nel 2026 il gettito dovrebbe salire a 427,9 e nel 2027 raggiungere i 432,5.
Nel 2033, ultimo anno in cui nel documento si stimano le entrate, le stesse dovrebbero sfiorare i 500 milioni di euro. Se, alle multinazionali con più di 750 milioni di fatturato annuo, dal 2024 verrà applicata sugli utili realizzati un'aliquota del 15% - conclude la Cgia - sulle imprese italiane, invece, grava un prelievo fiscale medio di almeno il 30%.