AGI - Abbiamo bisogno dell'Africa e l'Italia è pronta a investire. Lo ha detto l'ad di Eni, Claudio Descalzi, nel corso del dibattito "Roma al centro del Mediterraneo: quale ruolo geopolitico per l'Italia" ad Atreju. Descalzi ha fatto notare che l'Africa è una grande mercato, fatto di 1 miliardo e 200 mila persone che arriveranno a 1 miliardo e 800 mila nel 2030, con problemi di accesso all'energia e di occupazione.
"Non possiamo fare della carità", ha osservato - e, se vogliamo che un miliardo e 800 mila persone trovino una collocazione e non scappino dall'Africa, bisogna creare sviluppo e per noi è essenziale perchè l'Europa e l'Italia sono un grande mercato ma senza energia.
Il nostro mercato di riferimento è quello americano ma noi, rispetto agli Usa, paghiamo l'elettricità 6 volte tanto, abbiamo delle tasse sulle emissioni che ci costano circa 90-100 euro a tonnellata di Co2 emessa e tutto questo sta schiacciando l'industria. Siamo un grande mercato senza energia e l'Africa è un grandissimo mercato potenziale che ha energia che però non riesce a sfruttare".
"Abbiamo bisogno dell'Africa - ha proseguito Descalzi - per il fatto che siamo un grande mercato senza energia e diventa per noi un fatto esistenziale andare e investire in Africa in un modo diverso. Finora gli investimenti non sono riusciti a portare un ciclo virtuoso e continuo. L'Italia è pronta, perchè è una necessità ed è un nostro dovere in un ciclo virtuoso.
Bisogna farlo in modo organizzato, strutturalmente fattibile, che dia continuità. Se gli africani non trovano una soluzione a casa loro, noi siamo il Paese piu' esposto. Dobbiamo quindi aiutarci da soli a risolvere il problema che ha una doppia faccia, una delle quali è la continuità energetica di cui abbiamo assolutamente bisogno".
Cop28 "storica"
"La Cop28 di Dubai è stata storica, perchè per la prima volta si sono firmati non delle parole ma dei numeri", ha osservato Descalzi. Il top manager ha fatto anche notare che "il governo italiano ha ottenuto cose che non aveva ottenuto in Europa ma le ha fatte firmare a circa 200 Paesi", a partire dai biocarburanti.
Descalzi ha ricordato che il governo ha combattuto in Europa per introdurre i biocarburanti "e nell'accordo della Cop 28, su richiesta del governo italiano, sono stati accolti: è stato un risultato corretto per la transizione, perchè l'elettrico ci vuole ma da solo non può soddisfare tutti i bisogni. Abbiamo bisogno di dare continuità all'industria e all'indotto, dove l'Italia è estremamente importante". Il biocarburante potrà avere un ruolo importante nel parco auto italiano, che è composto da 40 milioni di macchine, di cui 300 mila elettriche: "Riuscire a colmare questo gap nei prossimi 5-10 anni è molto difficile", ha osservato.
L'ad di Eni ha quindi sottolineato il risultato ottenuto sulla decarbonizzazione dell'industria pesante attraverso la cattura di Co2. "La Cop28 - ha concluso - ha definito dei traguardi: la decarbonizzazione del gas dal 2030, con la partecipazione e la firma di più di 65 società nazionali e indipendenti e, soprattutto, l'Italia ha ottenuto quello che non era riuscita a ottenere in Europa: un traguardo importantissimo"