AGI - I mercati virano in ribasso all'inizio di questa settimana, in attesa di numerosi dati macro e per il timore di un indebolimento dell'economia cinese. In Asia le Borse sono in calo, in particolare quelle cinesi, mentre il prezzo del petrolio gira in negativo sui mercati asiatici, scendendo sotto gli 80 dollari al barile, e anche i future a Wall Street e in Europa arretrano, dopo aver chiuso la scorsa ottava in rialzo, sulla scia del calo dei rendimenti dei Treasury e dell'aspettativa della fine del picco dei tassi.
La prossima settimana sarà densa di importanti dati macro, anche se per il più importante, il mercato del lavoro a stelle e strisce, bisognerà aspettare i primi di dicembre. In Cina, questo giovedì, saranno pubblicati i Pmi nazionali manifatturiero e servizi, mentre venerdì uscirà l'analogo dato sul Caixin manifatturiero, che dovrebbe confermare la contrazione del settore anche a novembre.
Il timore è che questi dati confermeranno l'indebolimento dell'attività economica del Dragone, mentre cresce l'impazienza per il mancato arrivo di ulteriori misure di stimolo. C'è attesa, sempre giovedì, per i dati sull'inflazione dell'Eurozona, che si prevedono in rallentamento dal 2,9% al 2,8%, o anche più giù a novembre. Negli Usa i dati principali saranno martedì quelli sulla fiducia dei consumatori, per capire il sentiment delle famiglie ed i possibili riflessi sui consumi, e venerdì l'Ism manifatturiero, atteso in lieve miglioramento, anche se ancora in area di contrazione.
Intanto oggi in Asia la Borsa di Tokyo ha perso lo 0,62% dopo aver toccato i massimi da 33 anni la scorsa settimana. A frenare il Nikkei sono i Pmi nipponici della scorsa settimana, decisamente poco attraenti. Anche Seul arretra e vanno giù i listini di Hong Kong e Shanghai, con il primo in calo dello 0,5% e il secondo in ribasso di quasi l'1%.
A perdere colpi ci pensa anche il prezzo del petrolio, per l'incertezza sui nuovi tagli alla produzione da parte dell'Opec+. In Asia i future sul Wti scendono dell'1% sotto 75 dollari al barile e quelli sul Brent arretrano più o meno altrettanto sotto 80 dollari. La scorsa settimana i prezzi del greggio sono scesi per la quinta ottava consecutiva, abbattuti dal rinvio della riunione dell'Opec+, che è stata spostata dal 26 al 30 novembre, soprattutto a causa dei disaccordi tra i Paesi produttori sui programmati tagli alla produzione.
Anche i future e a Wall Street e sull'EuroStoxx 50 sono in calo, in attesa che la prossima settimana parlino Lagarde e diversi membri della Fed, tra cui Waller, Bowman, Barr, Mester, Goolsbee e anche Powell. Quest'ultimo parlerà venerdì, ma dato che il tema sarà l'innovazione tecnologica, l'evento potrebbe non rappresentare un mover per i mercati. Lagarde invece testimonierà al Parlamento europeo e dovrebbe confermare la linea "data dependent" dell'istituto di Francoforte.
Sarà interessante anche seguire i dati sulle vendite prenatalizie del Black Friday e del Cyber Monday negli Usa, in un contesto di segnali cautelativi provenienti da alcuni rivenditori statunitensi su un potenziale rallentamento della spesa al consumo. Inoltre andranno monitorate con attenzione le aste Usa, dove sono in programma emissioni sui Treasury a 2-5-7 anni per un ammontare complessivo di 148 miliardi di dollari, che potrebbero portare a movimenti rilevanti sui mercati qualora non registrassero una domanda soddisfacente.