AGI - È duro il contraccolpo della guerra mediorientale sulle compagnie aeree, visto che la domanda di voli internazionali è diminuita nelle ultime settimane. Secondo i dati dello IATA, riportati dal FT, il calo è addirittura del 26% a livello globale.
Meno pesante invece l'effetto secondo la società di dati ForwardKeys, riportata sempre dal Financial Times, secondo cui le prenotazioni di voli globali effettuate nelle tre settimane successive al raid transfrontaliero di Hamas del 7 ottobre sono state del 20% inferiori ai livelli del 2019.
Vero che negli ultimi sei mesi, le compagnie aeree hanno registrato profitti da capogiro grazie alla forte domanda di viaggi a prezzi elevati. Ma il conflitto getta un'ombra di incertezza.
Secondo Olivier Ponti, senior executive di ForwardKeys, la guerra ha "messo a repentaglio la forte tendenza alla ripresa della domanda" registrata nel corso dell'anno anche perché sta intaccando proprio la fiducia dei consumatori nei confronti dei viaggi all'estero non solo verso il Medioriente ma proprio in generale. I dati del database di biglietteria dello Iata (International Air Transport Association), e che comprendono i grandi vettori nazionali in Europa, negli Stati Uniti e nel Golfo ma non quelle dei vettori low-cost come Ryanair o easyJet, mettono appunto in rilievo un calo decisamente più pesante e nell'ordine di 26 punti percentuali, dal 13% in piu' rispetto ai livelli del 2019 nelle settimane precedenti gli attacchi, al 13% in meno.
Giù del 10% anche le prenotazioni per i voli in partenza dagli Stati Uniti, (prima erano il 6% sopra i livelli del 2019 e ora il 4% sotto).