AGI - Si avvicina il momento della decisione sul futuro della rete di Tim, il cui Cda si riunirà oggi e domenica per deliberare sull'offerta vincolante presentata da Kkr. Alla proposta del fondo statunitense si contrappone adesso il 'documento' del fondo Merlyn e di RN Capital e l'azione di Vivendi (il primo socio della compagnia telefonica scettico sul processo di vendita di Netco) che valuta l'asset circa 31 miliardi di euro, contro i 21 proposti da Kkr.
Al board di Tim, in cui da tempo non siedono più i rappresentanti della società francese, Vivendi ha chiesto ufficialmente di esaminare la proposta elaborata da Merlyn e da RN Capital, quest'ultima fondata da Stefano Siragusa, il top manager uscito da Tim nel dicembre 2022 da deputy del direttore generale. "Il nostro è un progetto Paese per Tim: dietro non c'è Vivendi", ha detto al Sole 24 Ore Siragusa che punta a conservare il controllo della rete e a recuperare risorse con un'altra strategia, risorse fondamentali per alleggerire il debito della compagnia.
La proposta alternativa a quella di Kkr, mirerebbe infatti a cedere il 67% di Tim Brasil per 7 miliardi di euro e Tim Consumer per 9 miliardi, per un totale quindi di 16 miliardi. "Con lo scetticismo del governo, le probabilità del piano di Merlyin per avere successo sono decisamente diminuiti", sentenziano però gli analisti di Banca Akros. Per gli esperti di Banca Imi, invece, "questo piano alternativo non sarebbe avvalorato da un'approfondita analisi", la tempistica inoltre "non è chiara", mentre al contrario "il piano Kkr è sostenuto dal governo e altri partner istituzionali".
Il progetto di Merlyn e di RN Capital "è impraticabile e irrealistico, in quanto non supportato da cifre concrete", lo liquida Intermonte mentre per gli esperti di Equita, "oltre a non avere il supporto del governo e a mancare totalmente di elementi concreti che diano qualche garanzia sulla fattibilità della proposta, il 'piano' solleva a nostro avviso forti perplessità anche sulla sostenibilità finanziaria". Sta di fatto che il mercato è stuzzicato dalla prospettiva di una contesa, tanto che il titolo Telecom Italia è salito ulteriormente a Piazza Affari, nella giornata di giovedì 2 novembre, dove ha chiuso con un +2,21% a quota 0,2587 euro per azione.