AGI - Resta il nervosismo sui mercati in attesa delle prossime mosse della Fed, mentre la Bce ha deciso di interrompere la sua striscia record di 10 rialzi consecutivi e di lasciare invariati i tassi di riferimento per la prima volta da luglio 2022.
In particolare, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno fermi rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.
Sul punto, però, la presidente dell'Eurotower, Christine Lagarde, ha voluto chiarire che essere in "pausa non significa che non si alzeranno piu' i tassi". L'inflazione resta dunque una preoccupazione per il direttivo dell'Eurotower. "Ci si attende tuttora che l'inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato - si legge nella nota diffusa al termine della riunione - inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi".
E la guerra in Medio Oriente, con le conseguenze che potrà avere sul costo dei beni energetici rappresenta un nuovo fattore di rischio. Il conflitto tra Israele e Hamas continua a portare incertezza e crescono i timori che la guerra tra possa intensificarsi e coinvolgere altri Paesi della regione.
Mentre cresce l'attesa per la riunione della Federal Reserve della prossima settimana, ieri i dati hanno mostrato che l'economia statunitense è cresciuta del 4,9% nel terzo trimestre, il massimo dal quarto trimestre del 2021 e in netta accelerazione rispetto al +2,1% del secondo trimestre, sopra le aspettative del mercato a +4,3%.
Il dato forte è il risultato della crescita della spesa al consumo, degli investimenti in scorte private e della spesa del governo federale, nonchè della ripresa delle esportazioni e degli investimenti fissi. Si prevede che mercoledì la banca centrale Usa manterrà i tassi invariati, ma i funzionari della Fed hanno tenuto la porta aperta per almeno un altro rialzo quest'anno.
Fondamentale in questo senso è il dato di oggi sul Pce, l'indicatore inflazionistico maggiormente osservato dalla Fed per fissare il proprio orientamento di politica monetaria. Eventuali segnali aggressivi da parte dell'istituto centrale a stelle e strisce probabilmente provocheranno ulteriori perdite sul mercato azionario.
Anche i tassi dei Treasury sono destinati a rimanere alti più a lungo; ieri il rendimento dei titoli del Tesoro Usa a 10 anni e' sceso al di sotto del 4,9% ma la soglia psicologica del 5% resta vicina.
A sollevare il sentiment degli investitori ci ha pensato Amazon, che ha archiviato il terzo trimestre con un utile netto più che triplicato a 9,9 miliardi di dollari (94 centesimi per azione), rispetto ai 2,9 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso. Il fatturato del cosso tech si è attestato a 143,1 miliardi, meglio dei 141,4 attesi e in crescita del 13% su base annua.
Intanto nella notte i dati hanno mostrato che i profitti delle principali società industriali cinesi sono calati del 9% su base annua tra gennaio e settembre, rallentando rispetto al crollo dell'11,7% del periodo precedente.
Secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica, nei primi 9 mesi del 2023 gli utili delle società analizzate ammontano a 5,410 miliardi di yuan. Nel solo mese di settembre, i profitti industriali sono aumentati dell'11,9% su base annua dopo il balzo del 17,2% di agosto.
In Giappone, poi, l'indice principale dei prezzi al consumo per l'area Ku di Tokyo è aumentato del 2,7% su base annua a ottobre, accelerando rispetto al +2,5% di settembre.
Anche il tasso di inflazione core di Tokyo, un indicatore anticipatore dell'andamento dei prezzi a livello nazionale, ha superato l'obiettivo del 2% della Banca del Giappone per il 17esimo mese consecutivo a causa del persistere delle pressioni inflazionistiche. Questa situazione mantiene il board della banca centrale sotto pressione a pochi giorni dalla riunione di politica monetaria. Nel frattempo, l'inflazione complessiva di Tokyo e' accelerata al 3,3% in ottobre dal 2,8% di settembre.