AGI - In attesa del ballottaggio del 19 novembre tra Javier Milei e Sergio Massa, ora l'attenzione è tutta sulla reazione dei mercati con protagonista l'andamento del prezzo del dollaro statunitense. Gli occhi sono puntati sul mercato dei cambi e sulle sue prime reazioni ai risultati delle elezioni in cui Massa e Milei, con visioni antagoniste sul futuro della politica economica argentina in generale e di quella monetaria in particolare, in cui i due candidati alla presidenza hanno avuto la maggior parte dei voti.
Nel periodo pre-elettorale la tendenza della Borsa di Buenos Aires è stata rialzista, trascinata però dalla speculazione: in realtà, il 'falco' Milei non convince nemmeno la comunità finanziaria internazionale, a cui interessa soprattutto che l'Argentina riesca a onorare il debito monstre che ha con l'Fmi e che riprenda rapidamente la strada della crescita e della stabilità monetaria. Prima del voto invece il cambio col dollaro, sui timori della "dollarizzazione" totale proposta da Milei, è schizzato ai massimi di sempre e l'economia reale - ovvero banalmente la disponibilità di merci sugli scaffali dei supermercati - si è di fatto fermata in attesa di vederci più chiaro dopo l'esito del voto.
In Argentina sarà necessario un ballottaggio per eleggere il nuovo presidente. Al primo turno Massa (36,7%) supera nettamente Milei (30%), ma non basta per vincere al primo turno. Si torna a votare fra quattro settimane. pic.twitter.com/ODc2XTD0bc
— YouTrend (@you_trend) October 23, 2023
La centralità del dibattito attorno alla questione monetaria - uno degli aspetti più complessi della martoriata economia argentina - è già stata protagonista delle giornate sui mercati delle ultime settimane e prevedibilmente continuerà a esserlo. L'Argentina sta attraversando una crisi economica senza precedenti, con l'inflazione al 138% a settembre, il tasso di povertà e il cambio col dollaro oltre i 1.000 pesos sul mercato parallelo (quello più utilizzato). La prima reazione sul mercato dei titoli sovrani argentini è stata negativa.
I titoli sovrani denominati in dollari sono scesi di ben 4 centesimi di dollaro stamani, dopo che il ministro dell'Economia Massa è emerso a sorpresa come favorito. Secondo i dati di MarketAxess, le banconote estere del Paese con scadenza nel 2041 hanno subito il calo più marcato e sono state offerte a 24 centesimi per dollaro, mentre le banconote con scadenza tra il 2029 e il 2038 sono scese tra 0,5 e 1,6 centesimi per dollaro.
La coalizione peronista al potere ha infranto le aspettative di guidare le elezioni generali del Paese domenica, ponendo le basi per un ballottaggio polarizzato tra Massa e il radicale libertario di estrema destra Milei.