AGI - Il patto anti-inflazione che il governo ha siglato oggi con le associazioni di impresa, dal sistema agricolo e industriale ricalca quello utilizzato in Francia, tra marzo e maggio di quest'anno, per promuovere un trimestre anti-inflazione che poi è stato allungato.
A marzo il governo francese ha siglato un accordo con i distributori che si sono impegnati a offrire i prezzi "più bassi possibili" fino a giugno su una selezione di prodotti a loro discrezione per far fronte all'impennata dell'inflazione alimentare, che a febbraio aveva raggiunto il 14,5% annuo. I prodotti erano identificabili grazie a un logo tricolore "trimestre anti-inflazione".
Al termine del trimestre il governo ha riaperto il confronto con i grandi gruppi industriali. Non tutte le aziende alimentari hanno però riavviato da subito le trattative con i distributori dopo che in Francia era calato il prezzo dei cereali. Alla luce dell'inazione dei produttori, il ministero è passato di fatto alla coercizione, minacciando di tassare i produttori. Riuniti nuovamente i principali soggetti dell'industria alimentare, a inizio giugno il ministro dell'Economia Bruno Le Maire ha annunciato che i produttori si sarebbero impegnati a ridurre, a partire da luglio, i prezzi di "diverse centinaia di prodotti" colpiti dall'esplosione dell'inflazione.
L'entità dello sconto dei prodotti a scaffale, secondo l'accordo, avrebbe raggiunto in qualche caso il 10% del prezzo precedentemente applicato. I grandi produttori del settore agroalimentare hanno dovuto accettare anche l'indicizzazione anticipata, in modo che la riduzione potesse partire già da luglio, invece che dall'autunno.
Ben settantacinque gruppi del settore hanno accettato di sedersi attorno a un tavolo con il titolare di Bercy, impegnandosi a praticare i ribassi. Una sorta di "strappo" rispetto alle usuali regole piuttosto rigide della contrattazione dei prezzi in Francia, dove vige un calendario legale di 3 mesi invernali per fissare i punti d'accordo fra industriali e grande distribuzione su ogni categoria di prodotti, poi validi per un'intera annata.
La trattativa prosegue
Ieri il governo ha presentato al Consiglio dei ministri il disegno di legge per anticipare la data dei negoziati tra i distributori e i 75 maggiori produttori, che "rappresentano più del 50% della quota di mercato" come i produttori di prosciutto Herta o Fleury Michon e i produttori di latte Danone e Lactalis. L'obiettivo di questa misura sarebbe quello di trasferire più rapidamente sui prezzi a scaffale le riduzioni di alcuni prezzi all'ingrosso, concludendo le trattative il 15 gennaio anzichè il consueto 1 marzo.
Ogni anno, tra dicembre e il 1 marzo, i supermercati negoziano con i loro fornitori agroindustriali le condizioni di vendita dei prodotti, che vengono poi venduti sui loro scaffali. Quest'anno, però, il governo vorrebbe che i contratti venissero conclusi prima, all'inizio del 2024, in modo che i nuovi prezzi - se possibile più bassi - possano essere applicati il prima possibile.
Le Maire, che ha ribadito che "il principio rimane quello del dialogo e dell'impegno da parte degli attori", ha anche detto di aver chiesto ai produttori "di mettere a disposizione dei distributori tutte le condizioni generali di vendita prima del 1 novembre". "E ho chiesto molto seriamente che nessuno prenda tempo", ha insistito.
In genere ci vogliono tra i 2 mesi e i 90 giorni per raggiungere un accordo, quindi è indispensabile che le condizioni generali di vendita dei 75 maggiori produttori siano presentate ai distributori prima del 1 'novembre", ha spiegato Le Maire. Il progetto di legge deve ora essere discusso in Parlamento. Il presidente francese Emmanuel Macron aveva detto domenica di voler raggiungere un accordo con i grandi produttori "sulla moderazione dei margini nel settore" con "controllori che effettueranno verifiche".