AGI - La Banca d'Inghilterra (Boe) ha deciso una pausa nella stretta monetaria e ha lasciato il tasso di riferimento al 5,25%. Si tratta della prima pausa in quasi due anni dopo 14 rialzi consecutivi dei tassi di interesse.
La decisione è arrivata il giorno dopo che i dati hanno mostrato che l'inflazione britannica ha rallentato più del previsto ad agosto, attestandosi al 6,7% su base annua, in calo rispetto al 6,8% di luglio. Gli economisti si aspettavano un aumento al 7%. Nel comunicato stampa diffuso dalla banca centrale, emerge che il Comitato di politica monetaria ha votato con una maggioranza di 5-4 per mantenere il tasso bancario al 5,25%. Quattro membri hanno votato per un rialzo di 0,25 punti percentuali, al 5,5%. Il Comitato ha inoltre votato all'unanimità per ridurre lo stock di acquisti di titoli di Stato britannici detenuti a fini di politica monetaria e finanziati dall'emissione di riserve della banca centrale, di 100 miliardi di sterline nei prossimi dodici mesi, per un totale di 658 miliardi di sterline.
La sterlina perde terreno
La sterlina ha esteso le perdite dopo che la Banca d'Inghilterra ha mantenuto i tassi di interesse stabili al 5,25%, mentre l'inflazione è rallentata più del previsto ad agosto. La valuta britannica era scesa dello 0,65% a 1,2266 dollari, il minimo da marzo, dopo essere stata scambiata in ribasso di circa lo 0,4% a 1,23 dollari prima della decisione della Boe. Nel frattempo, l'euro è salito dello 0,48% rispetto alla sterlina a 86,77 pence; prima dell'intervento della Banca veniva scambiato a circa 86,65 pence, in rialzo dello 0,3% circa. Le Borse europee intanto sono in calo dopo il rialzi della Fed.
"Pronti a ulteriori rialzi"
La Boe è pronta "a ulteriori rialzi dei tassi" nel caso di "pressioni inflazionistiche persistenti". E' quanto si legge nel comunicato diffuso dai banchieri centrali britannici. "La politica monetaria - sottolinea il board della Banca d'Inghilterra - garantirà che l'inflazione Cpi torni all'obiettivo del 2% in modo sostenibile nel medio termine". Secondo il comitato, "l'inflazione Cpi dovrebbe scendere ancora e significativamente nel breve termine, riflettendo una minore inflazione energetica annua, nonostante la rinnovata pressione al rialzo dei prezzi del petrolio, e ulteriori cali dell'inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari e dei beni core. L'inflazione dei prezzi dei servizi, tuttavia, dovrebbe rimanere elevata nel breve termine, con una certa potenziale volatilità mensile".
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