AGI - Il salario minimo non basta, serve un salario giusto. E sono necessarie regole chiare e prevenzione per la tutela della sicurezza sul lavoro e più Europa per evitare i rischi sociali che deriverebbero da transizioni accelerate e per affrontare la sfida del clima.
Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, ha aperto i lavori dell'ultima assemblea annuale del suo mandato iniziato nel 2020, in piena crisi Covid, con la premesse di non esprimere "osservazioni sullo stato dell'economia, sul Pnrr, o sulla manovra di bilancio che si avvicina", temi poi affrontati in conferenza stampa al termine della mattinata.
Oltre duemila gli invitati all'auditorium Parco della Musica a Roma, tra imprenditori e rappresentanti delle istituzioni. A partire dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, accolto da una standing ovation, che per la prima volta ha preso la parola a un'assemblea degli industriali, e a cui Bonomi ha rivolto il suo grande apprezzamento: "E' per noi tutti un onore averLa qui. Noi siamo tra coloro che credono che, in un ordinamento come il nostro, che correttamente ambisce a una maggiore stabilità di governo, il Capo dello Stato debba continuare a essere il garante della Costituzione".
Bonomi ha chiesto alla politica unità, e di abbandonare la logica "divisiva", soprattutto nel percorso di riforma costituzionale, riprendendo le parole di Meuccio Ruini, presidente della Commissione dei 75 che aveva redatto il progetto di Costituzione: non bisogna ripetere gli errori del passato quando "veti e bandierine avevano avuto la meglio sulla scelta di una efficace democrazia governante".
Come imprenditori, ha rimarcato, "auspichiamo profondamente riforme che leghino governabilità e capacità di dare voce e rappresentanza alle tante istanze che la società civile è capace di esprimere" e "alle forze politiche dico dunque: guardatevi dal compiere lo stesso errore di sempre.
Evitate di progettare interventi sulla forma di Stato e sulla forma di governo maturati e ispirati da una dialettica divisiva, aliena per definizione dalla serietà con cui proporre e giudicare impianti istituzionali così rilevanti per la democrazia e la libertà del nostro Paese".
Il salario minimo non risolve la questione del lavoro povero
Soffermandosi sul tema del salario minimo, Bonomi ha spiegato che Confindustria "resta convinta che la mera introduzione di un salario minimo legale, non accompagnata da un insieme di misure volte a valorizzare la rappresentanza, non risolverebbe nè la grande questione del lavoro povero, nè la piaga del dumping contrattuale, nè darebbe maggior forza alla contrattazione collettiva". Il numero uno degli industriali ha ribadito il ruolo della contrattazione collettiva.
"La discussione di questi mesi sulla opportunità o meno di introdurre per legge un salario minimo, sembra trascurare che la nostra Costituzione ci obbliga a riconoscere al lavoratore un salario giusto. Questa funzione, nello spirito della nostra Costituzione, è affidata - per quanto concerne il lavoro subordinato - alla contrattazione collettiva ".
Sicurezza del lavoro, servono regole chiare
Parlando della sicurezza del lavoro, tema tornato recentemente sotto i riflettori, ha detto che "la tutela presuppone regole chiare e semplici e si fonda sulla prevenzione". "La nostra visione, l'unica che per noi ha senso è che sia necessario evitare gli incidenti valorizzando una logica partecipativa, una logica che unisca nelle azioni e nelle relative responsabilità, non che divida e contrapponga, eredità di vecchi antagonismi di classe".
"Chi sbaglia deve pagare", ha osservato ancora nel corso della conferenza stampa sottolineando che "la vera svolta è intervenire ex ante, non ex post". Il numero uno di Confindustria ha quindi invocato un'inversione di rotta sul lavoro, capace di "promuovere tutte le condizioni affinchè il diritto al lavoro sia effettivo" e di migliorare l'inclusività, soprattutto nei confronti dei giovani e delle donne.
L'inverno demografico
E "di fronte a una preoccupante prospettiva di inverno demografico", Bonomi ha invocato "la sostenibilità delle misure pubbliche destinate all'assistenza, alla sanità e alla previdenza", tema che "deve diventare un assillo per tutti".
Il presidente degli industriali ha poi lanciato un monito: "Se non vogliamo che le transizioni accelerate minaccino il mercato unico - ha osservato - se non vogliamo trovarci con migliaia e migliaia di lavoratori disoccupati nelle piazze, se non vogliamo regalare ulteriori ragioni a chi lavora per alimentare la sfiducia e la destabilizzazione, la demagogia e il populismo, allora delle due l'una: o dopo le prossime elezioni europee si aprirà uno scenario per cui l'Unione Europea sarà in grado di riprendere il cammino di maggior integrazione realizzato nel Covid e poi interrotto; oppure, in nome della ragionevolezza, bisognerà correggere al ribasso l'accelerazione degli obiettivi e degli investimenti necessari a realizzarli in così pochi anni e con tale disparità di risorse".
Quindi, ha messo in guardia: "Senza fondi sovrani comuni europei, nei prossimi anni si spezzerà il mercato unico" e questo rappresenta "una minaccia serissima per l'Italia ".
La sfida climatica
Parlando della sfida climatica, Bonomi ha chiarito: "Noi continueremo a batterci crescano le risorse e i progetti gestiti dall'Europa in senso cooperativo. Ma se così non sarà, e se prevarrà il ritorno alle vie nazionali per affrontare sfide così immani, sarà bene ricordare che le nostre critiche non nascono certo da negazionismo della sfida climatica o da indifferenza ai suoi effetti. La sostenibilità ambientale è ineludibile. Ma non può prescindere dalla sostenibilità economica e da quella sociale. L'Europa deve agire compatta".
Rendere strutturale il cuneo fiscale
Al termine dell'assemblea, in conferenza stampa, il numero uno di Confindustria ha rinnovato l'auspicio che il governo renda strutturale il taglio del cuneo in manovra indicando le priorità da affrontare: il taglio delle tasse, gli investimenti e le riforme.
"Penso che la strada per mettere più soldi nelle tasche degli italiani sia il taglio delle tasse e credo che qualche riflessione da questo punto di vista vada fatta. Il governo ha fatto un taglio in corso d'anno e auspichiamo che lo renda strutturale in questa legge di bilancio", ha spiegato Bonomi sottolineando che le risorse "si possono trovare, c'è una spesa pubblica di 1.100 miliardi di euro, riconfigurare il 4-5% credo si possa fare".
Extraprofitti
E le imprese, ha assicurato, sono disposte a rinunciare ai 14 miliardi di tax expenditure "se le risorse vanno totalmente al taglio del cuneo". Riguardo alla tassa sugli extraprofitti delle banche e delle misure contro il caro voli, il presidente di Confindustria ha evidenziato che non si può "intervenire di imperio" ma che si possono trovare delle soluzioni.
E infine, tracciando un bilancio del suo mandato: "Ho ancora 9 mesi. Non ho sassolini nella scarpa da togliermi. È stato un periodo difficile, complesso, non sta a me dire se lavorato bene o no ma abbiamo perso un pò di competitività. Nel Patto per l'Italia, c'erano tanti temi che potevamo affrontare insieme, gli incidenti sul lavoro e i contratti che non sono stati fatti, mi dispiace perchè è stata un'occasione persa per il Paese".