AGI - La Commissione europea stima che l'economia tedesca si contragga dello 0,4% nel 2023: un dato rivisto al ribasso rispetto allo 0,2% ipotizzato in primavera. È quanto scrive l'esecutivo europeo nelle previsioni economiche d'estate.
Secondo i dati dell'esecutivo europeo, "l'economia tedesca ha ristagnato nel secondo trimestre del 2023, dopo una diminuzione del Pil reale dello 0,1% nel primo trimestre" e, per entrambi i trimestri, "la crescita è stata significativamente più debole" di quanto previsto in precedenza.
"La perdita dei salari reali ha continuato a pesare sui consumi privati nella prima metà del 2023. Inoltre, la debolezza della domanda esterna ha portato a un calo delle esportazioni. I consumi pubblici sono diminuiti nel primo trimestre, riflettendo la progressiva riduzione della spesa legata alla Covid-19.
Al contrario, il rimbalzo degli investimenti rispetto al debole ultimo trimestre del 2022 ha sostenuto la crescita", precisa la Commissione Ue. Da gennaio 2023, gli indicatori di fiducia del settore manifatturiero hanno registrato "una tendenza al ribasso" che è stata "particolarmente pronunciata nelle industrie ad alta intensità energetica" dove "lo shock dei prezzi dell'energia a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha colpito in modo particolarmente duro".
E, anche dopo l'attenuazione di questo shock, "i livelli dei prezzi dell'energia sono rimasti elevati rispetto a quelli di altri luoghi di produzione, soprattutto al di fuori dell'Europa, con un impatto negativo sulla competitività".
La Commissione constata anche come, da maggio, gli indicatori del settore dei servizi abbiano iniziato a diminuire, "riflettendo una debolezza nei servizi legati al settore manifatturiero, nonchè nei trasporti e nella logistica". Nonostante il sentimento negativo, però, "un'inversione di tendenza verso una crescita positiva dei salari reali dovrebbe portare a una ripresa modesta nel terzo e nel quarto trimestre, trainata dai consumi privati", evidenzia la Commissione.
"Nel 2024, si prevede che il Pil reale rimbalzi dell'1,1% grazie alla ripresa dei consumi. Questo dato è inferiore a quello previsto in primavera a causa di un rallentamento del settore delle costruzioni e di una crescita meno dinamica delle esportazioni.
L'inflazione complessiva nel 2023 dovrebbe scendere al 6,4%, il che implica una revisione al ribasso rispetto alle previsioni di primavera, e al 2,8% nel 2024, leggermente superiore alle previsioni di primavera", scrive la Commissione nelle sue previsioni estive.
Nello specifico, per quanto riguarda l'inflazione, Bruxelles rileva che "nella prima metà del 2023, l'inflazione dei prezzi dell'energia e dei servizi è scesa più del previsto. Tuttavia, l'inflazione dei servizi è destinata a rimanere elevata a causa dell'aumento dei salari. Questo, insieme ai prezzi elevati dei prodotti alimentari e all'inflazione di fondo, dovrebbe far si' che l'inflazione complessiva rimanga elevata nel 2023".
"Il prossimo anno - evidenziano le previsioni - un graduale rallentamento dei prezzi dei beni dovrebbe portare a una diminuzione dell'inflazione complessiva. Anche il calo dell'inflazione dei prezzi dell'energia dovrebbe contribuire a questo rallentamento, sebbene in misura minore rispetto alle precedenti previsioni".
Per quanto riguarda la Francia, la Commissione stima che la crescita economica "dovrebbe raggiungere il +1% nel 2023 e aumentare all'1,2% nel 2024, grazie a una forte ripresa nel secondo trimestre di quest'anno". La Commissione europea ha aggiornato quanto previsto in primavera, quando si stimava allo 0,7% la crescita del Pil per il 2023 e all'1,4% per il 2024.
"Dopo aver rallentato significativamente nella seconda metà del 2022 e nel primo trimestre del 2023, a causa delle difficoltà nell'offerta e dell'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime, la crescita del Pil è accelerata allo 0,5% nel secondo trimestre dell'anno. Questo valore è stato significativamente superiore a quanto previsto in precedenza (0,1%)", precisa ancora la Commissione.
"La ripresa è stata trainata dalle esportazioni nette, mentre la domanda interna è rimasta fiacca" e, "sebbene il potere d'acquisto delle famiglie sia stato preservato grazie alle misure governative, ai salari dinamici e a un mercato del lavoro molto favorevole, i consumi privati rimangono deboli poichè le famiglie hanno mantenuto un tasso di risparmio eccezionalmente elevato. Nei prossimi trimestri, si prevede che i consumi aumenteranno man mano che le pressioni inflazionistiche si attenueranno progressivamente a il 5,5% nel 2023 e il 2,5% nel 2024".