AGI - È morto Roberto Colaninno, uno dei protagonisti della storia economica del dopoguerra e del mondo imprenditoriale italiano. Mantovano classe 1943, aveva da pochi giorni compiuto ottant'anni.
Presidente e amministratore delegato di Piaggio e presidente di Immsi, società che controlla il Gruppo di Pontedera, il suo nome è legato alla storica azienda delle due ruote e ad altri colossi come Olivetti e Telecom.
La sua carriera parte in Fiaam, azienda italiana di componentistica auto, di cui diviene amministratore delegato. Nel 1981 Colaninno fonda a Mantova la Sogefi che, sotto la sua guida, diventa uno dei principali gruppi italiani nel settore della componentistica auto, quotato in Borsa.
Nello stesso periodo ricopre incarichi di primo livello in importanti multinazionali americane e inglesi del settore automotive. Nel settembre 1996 assume l'incarico di amministratore delegato di Olivetti, azienda che all'epoca versava in una grave crisi. In breve tempo, anche grazie ad accordi internazionali, risana l'azienda di Ivrea e la trasforma in una holding di telecomunicazioni.
Nel febbraio 1999, alla guida di Olivetti, Colaninno lancia sul mercato la più grande offerta pubblica di acquisto mai tentata sino ad allora in Italia, per un valore complessivo di oltre 60 miliardi di euro, conclusa con l'acquisizione del 51% circa di Telecom Italia. Ne diviene presidente e ad, oltre che presidente di Tim, cariche che mantiene fino al 31 luglio 2001.
Nel settembre 1998 fonda Omniaholding S.p.A., società finanziaria di famiglia di cui è presidente. Nel settembre 2002 costituisce, con altri soci, Omniainvest S.p.A., società di partecipazioni oggi controllata da Omniaholding. Nel novembre 2002, attraverso Omniaholding e Omniainvest rileva Immsi, società di gestione di attività immobiliari quotata in Borsa.
Alle attività immobiliari, Immsi affianca dal febbraio 2003 anche quelle di partecipazioni in aziende industriali e di servizi, tra cui quelle di controllo del Gruppo Piaggio (PIA.MI) e del Gruppo Intermarine. Nel 2008 il Gruppo Immsi è tra i soci fondatori di Cai (Compagnia Aerea Italiana), società che acquisisce le compagnie aeree Alitalia e Airone.
Si tratta dei "capitani coraggiosi", come erano stati definiti gli imprenditori che, nel nome della salvaguardia dell'italianità, erano stati convinti a rilevare Alitalia per scongiurarne una fusione con Air France. Colaninno è stato presidente e consigliere di amministrazione di Alitalia e membro del Consiglio di Mediobanca, Capitalia e altre istituzioni finanziarie, nonché del consiglio direttivo e della giunta di Confindustria.
Nel 2001 ha ricevuto la laurea honoris causa in Economia e commercio dall'Università di Lecce. Nominato nel 2000 Cavaliere del Lavoro, nel 2014 dopo l'acquisizione del 49% delle quote di Alitalia da parte della compagnia di bandiera degli Emirati Arabi Uniti, la Etihad Airways, che ha fatto il suo ingresso ufficiale nel capitale da gennaio del 2015, Colaninno è stato nominato presidente onorario della nuova compagnia Alitalia Sai (Società aerea italiana) ed è uscito dal cda di Alitalia nel 2017.
Quello nel gruppo Piaggio è il secondo tempo della sua carriera professionale. "Il primo tempo", titolo della sua biografia fino al 2006, è soprattutto l'operazione che lo ha reso un manager e imprenditore di fama internazionale, la scalata alla Telecom. In quelle pagine, per la prima volta il solitamente riservatissimo manager nato a Mantova ma di famiglia barese, aveva spiegato anche la sua visione industriale.
Tra le tappe fondamentali della sua carriera, l'opa su Telecom del 1999, dopo che nel 1997 Romano Prodi aveva deciso di privatizzarla per mettere a posto i conti pubblici in vista dell'ingresso nell'euro, lo vede alla guida dei primi 'capitani coraggiosi', definiti così da Massimo D'Alema. Successivamente alla nomina in Olivetti, Colaninno partecipa infatti al capitale della società attraverso Fingruppo, società per azioni di Brescia. Accanto a Fingruppo, tra gli altri azionisti di riferimento di Olivetti, ci sono Hopa e la scatola lussemburghese Bell, finanziarie legate ad Emilio Gnutti, in cui ci sono anche l'ex numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, Mps e successivamente Fininvest.
Colaninno, che non è socio di Bell, ha una visione dell'operazione principalmente industriale. Sotto la sua guida, nei successivi due anni Telecom si rafforza notevolmente a livello internazionale ed estende i settori d'attività, dalla telefonia fissa alla mobile, da Internet alla televisione, fondando La7, dalle comunicazioni satellitari, ai sistemi informatici.