Eni conferma l'impegno costante per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione
AGI - A seguito dell’annuncio dell’azione legale civile intrapresa da Greenpeace Italia, ReCommon e dodici cittadini italiani contro Eni, l’azienda si è detta pronta a “dimostrare in Tribunale l’infondatezza dell’azione messa in campo e, per quanto necessario, la correttezza del proprio operato e della propria strategia di trasformazione e decarbonizzazione, che mette insieme e bilancia gli obiettivi imprescindibili della sostenibilità, della sicurezza energetica e della competitività del Paese”.
Allo stato attuale Eni “ha proposto una istanza di mediazione lamentando i profili diffamatori dell’accusa formulata a danno dell’azienda”. Eni inoltre conferma “di essere costantemente impegnata nel perseguire i propri obiettivi di decarbonizzazione, annunciati in modo trasparente ai propri stakeholder e finora sempre rispettati nello svolgimento della propria attività e anzi, spesso, accelerati; ma è anche fortemente focalizzata sul mantenimento di una quota importante di produzione di energie tradizionali, in particolare gas e con i relativi investimenti nella sua decarbonizzazione, volta ad assicurare al Paese condizioni imprescindibili come la sicurezza energetica, la maggiore diversificazione delle vie di approvvigionamento, la competitività del sistema economico industriale e la sostenibilità economica della transizione stessa. Questo perché sia a livello Paese che a livello europeo, la domanda di gas è rimasta negli anni invariata, e abbiamo assistito, con la crisi energetica dello scorso anno, a che cosa abbia voluto dire creare una repentina mancanza di gas in termini di inflazione e peso economico su famiglie e imprese”.
Di fronte alla nota di Greenpeace Italia che ha accusato Eni di avere avviato una causa di diffamazione nei propri confronti, l’azienda smentisce: “Eni precisa di non avere affatto avviato una causa di diffamazione nei confronti di ReCommon e di Greenpeace Italia. Ricordiamo che Re:Common e Greenpeace Italia, il cui diritto di corretta contestazione è sacrosanto, oggi lamentano una presunta e inesistente intimidazione da parte di Eni solo perché questa ha chiesto una mediazione a tutela del proprio buon nome e comportamento, come è nel proprio diritto. Altrettanto diritto esercitato dalle due organizzazioni, questo sì davanti a un giudice e contro Eni (senza tentativo di mediazione alcuno)”.