AGI - Il 'mattone', si sa, è una delle passioni degli italiani, che per quasi l'80% è proprietario dell'immobile in cui vive. E quando deve investire, l'abitazione rappresenta sicuramente la prima opzione che si valuta. Sia che si tratti del posto in cui vivere, sia del luogo dove trascorrere le vacanze o in grado di assicurare un'entrata futura, per sé o per la propria famiglia.
Adesso gli italiani, però, devono fare i conti con un costo del denaro che sta salendo sempre di più, a causa del continuo rialzo dei tassi di interesse adottato dalla Bce per contrastare l'incremento dell'inflazione. Una stretta monetaria che si riflette sul costo dei mutui, strada spesso obbligata per finanziare buona parte dell'acquisto di un immobile.
Certo, non siamo ai livelli delle 'doppie cifre' degli anni ottanta, ma neppure ai finanziamenti quasi a costo zero cui ci si è abituati nell'ultimo decennio circa. Un elemento che potrebbe incidere sul mercato immobiliare del 2023, dopo che lo scorso anno si è assistito ancora a uno scenario "resistente" con oltre 780 mila compravendite e una crescita dei prezzi. Il 2023, invece, dovrebbe vedere una flessione dei passaggi di proprietà, alla luce anche del trend cui stiamo già assistendo.
Il parere degli esperti
"A livello nazionale si può vedere come, rispetto a un anno fa, la domanda di case sia diminuita, complici gli aumenti nei prezzi di vendita e i recenti e molteplici rialzi nei tassi a opera della Bce", dice all'AGI Carlo Giordano, Board Member di Immobiliare.it. Tuttavia, prosegue, "il dato è in controtendenza al Sud e nelle Isole, dove invece il costo del mattone, nei 12 mesi, si è mantenuto su una sostanziale stabilità. Se si osserva l'ultimo mese la domanda si mostra in ripresa, specialmente al Nord-Ovest, dove la richiesta di immobili nei grandi poli economici rimane comunque elevata".
Le grandi città
"Guardando nello specifico alle due principali città italiane, Milano e Roma, si nota come la prima abbia subito di più il contraccolpo economico, perdendo oltre il 15% della domanda, mentre Roma si ferma al -2,4%", spiega Giordano.
"Per quanto riguarda i tempi di vendita", conclude l'esperto, "sebbene Milano rimanga la piazza più veloce tra le due (2,5 mesi di media) è a Roma che le tempistiche sono diminuite maggiormente nell'anno (-19%) e, al contrario del capoluogo meneghino, continuano a scendere".
L'andamento del mercato per area geografica
Ma andiamo a vedere più nel dettaglio la dinamica del mercato residenziale italiano secondo i dati elaborati per AGI dagli esperti di Immobiliare.it. Negli ultimi 12 mesi (al 31 maggio scorso) in Italia la domanda delle compravendite è calata del 2,4%, con un prezzo che si è assestato a 2.118 euro al metro quadro, in rialzo del 3%.
Diverso l'andamento per aree geografiche, con il Nord Ovest in calo nei 12 mesi del 3,8% (+3,7% il prezzo al metro quadrato a 2.242 euro), il Nord-Est in flessione del 3,6% (+5,4% il prezzo), il Centro che contiene la discesa al -1,7% (+1,6% il costo), mentre vedono salire la domanda il Sud (+4,3%, con il prezzo al metro quadrato a +1%) e le Isole con un +1,2% (+1,1% il prezzo).
Per quanto riguarda le due principali città italiane, Roma e Milano, che rappresentano una quota molto significativa sul totale del volume transato, la frenata è chiara, con accenti nettamente più mercati nel capoluogo lombardo. Qui, infatti, prosegue il rapporto di Immobiliare.it, nei 12 mesi che scadono al 31 maggio scorso, la domanda di compravendite è scesa del 15,1%, anche se nell'ultimo mese si è registrata un'inversione di tendenza con un +1%. Nella capitale, infine, si è registrato sui 12 mesi una contrazione della domanda pari al -2,4% (+1,9% nell'ultimo mese).