AGI - La Federal Reserve, dopo 10 rialzi consecutivi in 15 mesi, ha lasciato invariati i tassi d'interesse al 5-5,25%. Una decisione ampiamente attesa dal mercato, che però evidentemente si aspettava uno stop duraturo, mentre si è in presenza solamente di una pausa.
E Wall Street non ha gradito, con gli indici principali che hanno sbandato negli attimi successivi all'annuncio per poi archiviare la seduta con il Dow Jones in calo dello 0,68% a 33.979 punti, l'S&P 500 ha chiuso a +0,08% e 4.372 punti, mentre il Nasdaq è salito dello 0,39% a 13.626 punti.
La scelta di non toccare i tassi a giugno (presa all'unanimità) è stata adottata per consentire "al Comitato di valutare le informazioni in arrivo e le loro implicazione", ha spiegato la Fed nel suo comunicato facendo pero' notare che l'inflazione è ben sopra il 2% e l'obiettivo dell'istituto centrale rimane sempre quella di riportarla sotto controllo.
Per questo, ha spiegato il governatore Jerome Powell, "quasi tutti i partecipanti alla riunione hanno ritenuto appropriati altri rialzi quest'anno", anche se per il momento "abbiamo deciso di effettuare una pausa" proprio "per vedere l'impatto di questa politica", una scelta di "buon senso con l'avvicinarsi dell'obiettivo".
Nessuna indicazione su ritmo e tempi di questi eventuali ritocchi all'insù dei tassi americani, si valuterà strada facendo sulla base delle indicazioni provenienti dallo stato di salute dell'economia a stelle e strisce.
Powell: "L'economia è resiliente"
"Non abbiamo deciso nulla per quanto riguarda la riunione di luglio, il focus era su cosa potevamo decidere oggi", ha infatti precisato Powell specificando tuttavia che "l'economia è molto resiliente, si stanno creando posti di lavoro e i salari sono piu' alti, questo sta spingendo l'economia. Noi vediamo le cose come sono oggi, poi i dati possono cambiare e le nostre decisioni sono legate ai dati".
Di sicuro, però, la Fed vede il futuro a breve termine in maniera ottimistica, tanto da rialzare le stime del Pil per il 2023 dal precedente +0,4% al +1%. I banchieri, inoltre, rivedono il tasso di disoccupazione dal 4,5% al 4,1% a fine anno, mentre l'inflazione si attesterà a fine 2023 al 3,2%, contro il 3,3% stimato a marzo scorso.
Solo nel 2025, invece, il costo della vita, secondo le ultime proiezioni della banca centrale statunitense, si attesterà al 2,1%, a un soffio dal target della Fed: "Non posso dire il punto dove finiranno i rialzi dei tassi, osserveremo i dati, sarà l'inflazione a dirci quando sarà il momento appropriato" per uno stop definitivo e per l'inizio di una nuova politica monetaria più accomodante, ha concluso Powell