AGI - L'estate è solo all'inizio ma le prenotazioni registrate al 31 maggio dagli associati Astoi-Confindustria Viaggi parlano di un incremento dei ricavi dell'11% rispetto alla rilevazione alla stessa data della stagione estiva 2019 a fronte di un calo del 4% dei passeggeri. La distonia del dato va letta nel quadro dell'aumento dei costi medi generato dall'inflazione.
"Questa è la prima estate che ci certifica ufficialmente fuori dal periodo pandemico; è indubbio l'impatto dell'inflazione ma i clienti non rinunciano ai viaggi, divenuti un bene incomprimibile. Il nostro Osservatorio rileva dati nettamente positivi, in crescita rispetto alla stagione 2019; la propensione a viaggiare si esprime nelle forme più variegate e si assiste a una maggior magnitudo del Turismo Organizzato verso i consumatori più inclini al "fai da te", specialmente nei mesi di "spalla" dell'alta stagione", commenta Pier Ezhaya, Presidente Astoi Confindustria Viaggi.
"Certamente ci sono ancora alcuni italiani - prosegue - che stanno attendendo a prenotare le proprie vacanze, quelli più attenti al prezzo e che cercano, in cambio di una propria flessibilità nella scelta della destinazione o del periodo di vacanza, di orientarsi verso le migliori opportunità che talvolta si aprono sotto data, sebbene ciò avvenga più difficilmente in alta stagione".
Tuttavia, per quanto riguarda il Turismo Organizzato e l'Osservatorio Astoi "i dati ratificano che ben oltre il 75% dei nostri obiettivi di budget e delle nostre capacità aeree e alberghiere sono già sature. Questo perché il nostro segmento di offerta s rivolge meno a chi ricerca solo il prezzo più basso e più a chi considera la vacanza un bene primario da scegliere per tempo e da consegnare in mani più sicure, appunto quelle dei Tour Operator".