AGI - Dopo aver raggiunto un picco alla fine dello scorso anno, l'inflazione al consumo ha iniziato a ridursi, riflettendo il marcato calo della componente energetica, mentre è aumentata quella di fondo. Proseguono i segnali di un allentamento delle pressioni inflazionistiche nelle attese delle famiglie e delle imprese. È quanto sottolinea la Banca d'Italia nel bollettino economico mensile, mentre il governo ha convocato martedì 11 aprile un consiglio dei ministri sul Def.
E spiega: "Nel corso del primo trimestre l'inflazione armonizzata al consumo è progressivamente diminuita, all'8,2 per cento in marzo, dal massimo del 12,6 raggiunto in autunno. Il calo ha riflesso l'attenuazione della componente energetica. Su questa ha inciso soprattutto la riduzione dei prezzi di elettricità e gas, a sua volta determinata dalla flessione delle quotazioni all'ingrosso (tornate sui livelli antecedenti l'invasione dell'Ucraina) e dalle misure di sostegno all'economia approvate con la legge di bilancio per il 2023".
La diminuzione dei prezzi energetici, prosegue l'analisi di Bankitalia, "è stata pronunciata sia sul mercato libero sia su quello regolamentato, con una decisa riduzione delle tariffe stabilite dall'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) per l'elettricità e per il gas.
Considerando i soli provvedimenti governativi che hanno un effetto diretto sull'indice dei prezzi al consumo attraverso la riduzione delle bollette di gas ed elettricità, il freno impresso da tali misure all'inflazione sarebbe stato di quasi un punto percentuale nella media del primo trimestre. Nello stesso periodo, tenendo in considerazione sia gli effetti diretti sia quelli indiretti, si stima che in media circa il 75 per cento dell'inflazione in Italia fosse ancora attribuibile allo shock energetico".
Dopo aver ristagnato in estate, l'occupazione è tornata a crescere nel quarto trimestre (0,3 per cento sul periodo precedente). Bankitalia ha spiegato che "l'aumento si è concentrato nei servizi (0,5 per cento), mentre il numero di occupati è rimasto sostanzialmente stabile nell'industria in senso stretto ed è sceso nelle costruzioni (-0,4)".
La dinamica delle ore lavorate totali, si legge ancora, "è stata più intensa di quella del numero di occupati. Per il quarto trimestre consecutivo è proseguita l'espansione del numero di posizioni dipendenti a tempo indeterminato, cui ha contribuito un elevato tasso di trasformazione delle posizioni a termine. L'incidenza di queste ultime sul totale dei dipendenti è scesa di 3 decimi di punto nei mesi autunnali (al 16,4 per cento). Si è invece interrotta la crescita della componente autonoma dell'occupazione".