AGI - La Federal Reserve ha approvato un altro aumento dei tassi di interesse di un quarto di punto percentuale, ma segnala che le turbolenze del sistema bancario potrebbero porre fine alla sua campagna di rialzo del costo del denaro prima di quanto fosse dato per scontato due settimane fa. La decisione annunciata stasera segna il nono aumento consecutivo dei tassi da parte della Fed e porta il tasso di riferimento sui Fed Funds all'interno di un intervallo compreso tra il 4,75% e il 5%, il livello più alto da settembre 2007.
La Fed lascia comunque intendere che potrebbe aver finito di aumentare i tassi di interesse nel breve termine. Nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione, il Fomc dichiara che la banca centrale "prevede che potrebbe essere opportuno un ulteriore irrigidimento delle politiche" monetarie. Una formula diversa rispetto a quella utilizzata nelle otto occasioni precedenti, quando era stato invece semplicemente definito necessario "il proseguimento dell'aumento" dei tassi.
Federal Reserve Board and Federal Open Market Committee release economic projections from the March 21-22 FOMC meeting: https://t.co/AvEnB8ikeV
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La Fed sottolinea anche che è troppo presto per dire quanto le recenti tensioni bancarie rallenteranno l'economia. Ma "il sistema bancario statunitense", assicura "è solido e resistente". Secondo il Fomc, "è probabile che i recenti sviluppi provochino un inasprimento delle condizioni di credito per le famiglie e le imprese e che pesino sull'attività' economica, sulle assunzioni e sull'inflazione". Ma "l'entità' di questi effetti è incerta".
Tutti gli 11 membri del Comitato federale per il mercato aperto hanno approvato la decisione. Secondo le nuove proiezioni, 17 dei 18 membri che hanno partecipato alla riunione si aspettano che il tasso sui Fed Funds salga almeno al 5,1% entro la fine dell'anno, il che implica un ulteriore aumento di un quarto di punto.
Le difficoltà delle banche si riflettono comunque sull'andamento dell'economia. Le nuove proiezioni pubblicate stasera puntano a una crescita del Pil pari allo 0,4% nel 2023, all'1,2% nel 2024 e all'1,9% nel 2025, contro rispettivamente il +0,5%, +1,6% e +1,8% atteso a dicembre. Il tasso di disoccupazione è previsto attestarsi al 4,5% quest'anno e al 4,6% nei prossimi due. L'indice dell'inflazione Pce è dato al 3,3% nel 2023, contro il 3,1% delle stime di dicembre, ed è stato lasciato invariato al 2,5% nel 2024 e al 2,1% nel 2025.
In conferenza stampa Powell ha utilizzato tutto la sua autorevolezza per rassicurare sulle condizioni di salute del sistema bancario a stelle e strisce. Il sistema bancario statunitense, ha assicurato, resta "solido, resiliente e ben capitalizzato" e "tutti i depositi sono al sicuro". E la Fed, ha aggiunto, "è pronta a usare tutti gli strumenti a disposizione per mantenerlo".
Chair Powell answers reporters' questions at the FOMC press conference on March 22, 2023. https://t.co/siWde1ROZb pic.twitter.com/CoJcKOhfAT
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I fallimenti della Silicon Velley Bank e della Signature Bank, ha proseguito Powell, restano casi a sé. La gestione della Silicon Valley Bank, ha rilevato, "ha fallito gravemente", ma "non si tratta di debolezze che si estendono a tutto il sistema bancario". Il crac deve però far riflettere sulla necessità di un irrigidimento delle regole di vigilanza. In questo momento, ha detto ancora il presidente della Fed, "l'unica cosa che mi interessa è capire come sia successo, cosa sia andato male".
La lotta all'inflazione resta comunque in campo. Il costo della vita negli Usa ha rallentato la sua corsa, ma le pressioni restano ancora "troppo elevate". E "senza stabilita' dei prezzi", ha ammonito, "l'economia non funziona". La Fed resta "fortemente impegnata" a riportare l'andamento dei prezzi al consumo attorno all'obiettivo del 2%. Anche per questo non si prevedono tagli di tassi entro la fine di quest'anno.
Il restringimento delle condizioni finanziarie determinato dalla crisi bancaria può comunque consentire una pausa di riflessione: "Si può pensare che sia l'equivalente di un aumento dei tassi o forse qualcosa di più", ha affermato Powell. E in ogni caso, ha concluso, "c'è ancora spazio" per un atterraggio morbido" dell'economia a stelle e strisce e "lo troveremo".
La reazione di Wall Street
Wall Street ha chiuso in forte calo una sessione dominata dall'attesa per le decisoni della Fed e decisa nel finale dalle parole di Jerome Powell che ha ribadito la necessita' di abbattere l'inflazione. L'indice Dow Jones ha terminato la sessione in ribasso dell'1,63% a 32.028 punti, l'S&P 500 dell'1,66% a 3.936 e il Nasdaq dell'1,60% a 11.669.
La scelta della Fed di aumentare il costo del denaro di altri 25 punti base era largamente attesa, ma il mercato, fino a quel momento senza particolari spunti, aveva trovato motivi di ottimismo nella formula usata per comunicare il nuovo ritocco, che sembrava aprire a una pausa nella stretta monetaria dopo nove rialzi consecutivi.
L'intervento di Powell, che ha rassicurato sullo stato di salute del sistema bancario ma è anche tornato a sottolineare con forza la volontà della banca centrale di combattere il surriscaldamento dei prezzi al consumo ha pero' fatto rapidamente cambiare umore agli investitori e spinto tutti gli indici in rosso.