AGI - L’esplosione degli ecommerce e dei servizi a domicilio che ha accompagnato la pandemia ha un doppio volto. Quello virtuale delle piattaforme digitali e quello più che reale della logistica. Due mondi intrecciati che si influenzano e contagiano reciprocamente.
L’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” del Politecnico di Milano nel suo ultimo report ha registrato una crescita del settore del 2,8% nel 2022, dopo il +4,7% del 2021. Cresce anche la terziarizzazione, ad oggi il 43,6% del totale della logistica in Italia con una contrazione del totale delle imprese del settore: 84.500, 30mila in meno del 2009. In questo scenario il 72% delle imprese ha avviato progetti di digitalizzazione, il 32% delle imprese ha avviato progetti di automazione e il 14% delle imprese ha avviato progetti di analisi e controllo dei dati.
La sfida green
Ma è sul fronte green che si gioca la vera sfida se si considera che il 95% delle multinazionali, influenzate anche dalle logiche Esg, ha obiettivi di sostenibilità dichiarati (dati Liuc – Università Cattaneo). Lo stesso non può dirsi per le Pmi dove ben il 45% non ha ancora dichiarato tali obiettivi ma comunque in generale si registrano investimenti crescenti per imballaggi, unità di carico e nel campo dell’intra-logistica.
Non è un caso infatti se l’Osservatorio OSIL della LIUC Università Cattaneo ha introdotto un rating che tiene conto di qualità rispetto a quattro diverse dimensioni: location, esterno, edificio e interno grazie alle quali è possibile conoscere quanto un magazzino sia adatto a svolgere le sue funzioni in un’ottica di sostenibilità ambientale.
Gli esempi italiani
Dopo un investimento da 40 milioni di euro è stato inaugurato il primo dei due magazzini di Tortona Green Logistics Park in Piemonte. E’ dotato di una certificazione di sostenibilità ambientale e vanta 50 mila metri quadrati di pannelli solari sui tetti per l’energia, oltre che alla piantumazione di 700 arbusti.
Sul fronte della grande distribuzione da segnalare l’investimento previsto dal gruppo Alì nel territorio del comune di Padova. Per l’ampliamento del polo logistico la componente green è centrale. Quasi 50.000 mq, circa il 35% dell’area interessata dal nuovo hub, saranno completamente adibiti a verde con la messa a dimora di quasi 2500 piante che, secondo uno studio dell’Università di Firenze, permetteranno un assorbimento di 2 milioni e 300 mila chili di Co2 in 30 anni. Un vero e proprio polmone verde nel pieno della zona industriale di Padova. Sul tetto del magazzino pannelli fotovoltaici con l’obiettivo di raggiungere una sempre maggiore autonomia energetica e per le facciate saranno utilizzate innovative tavelle di ceramica foto attiva capaci di trattenere le polveri sottili.
Anche il comparto moda è particolarmente sensibile al tema ambientale.
L’ultimo nato in casa Prada è il polo logistico di Levanella in provincia di Arezzo. Costituito da tre edifici per un totale di 44mila metri quadrati, con magazzini per lo stoccaggio di abbigliamento, calzature e pelletteria. Il complesso ha un impianto di climatizzazione che sfrutta i principi della geotermia, ogni edificio è dotato di pannelli fotovoltaici e illuminazione led.
Stesso discorso per il polo di Fendi a Bagno a Ripoli. Circa 14.000 mq nella campagna Toscana, ad alta efficienza energetica. Qui il grandissimo giardino pensile diventa luogo di socializzazione per i dipendenti, migliorandone la qualità di vita, non solo lavorativa.