AGI - Chiusura in forte calo del mercato azionario per i timori delle conseguenze del crack dell'americana Silicon Valley Bank, nonostante le misure messe in campo dalle autorità Usa.
L'indice Ftse Mib segna un ribasso del 4,03% a 26.183 punti, dopo aver toccato un minimo del -4,7%. Piazza Affari risulta la peggiore tra le borse europee, tutte comunque in grave deficit, senza beneficiare della tenuta di Wall Street che si è portata in rialzo anche sull'onda delle rassicurazioni del presidente Biden.
La preoccupazione per un 'effetto domino' della crisi è stata più forte delle parole del presidente, secondo cui gli americani possono "avere fiducia" nel loro sistema bancario che è "solido", mentre la Casa Bianca farà "tutto il necessario" per mantenerlo tale. Wall Stret è risalita anche per le valutazioni degli operatori secondo cui ora è possibile che la Fed decida di seguire una politica monetaria meno aggressiva.
Sul listino penalizzati dunque i titoli bancari, mentre brillano i titoli difensivi del settore energetico. Tra i primi Unicredt cede il 9,01%, Intesa il 6,10%, Bpm l'8,09%, Bper il 9,51%. Male anche gli altri finanziari come Fineco (-6,32%).
Tra gli energetici si muovono in positivo Terna (+0,61%), Snam (+0,57%), Italgas (+1,05%). Tengono Leonardo e Recordati. Tra le altre big Stellantis cede il 4,05%, Tim il 3,17%, Generali il 3,37%, Eni il 3,77%, Enel l'1,86%.
Wall Street cerca (e in parte trova) fiducia
Wall Street chiude in ordine sparso una sessione particolarmente volatile, poiché gli investitori hanno valutato un forte calo dei tassi tra le scommesse di una Fed meno aggressiva e le turbolenze nel settore bancario, nonostante il salvataggio di Svb.
Al termine delle contrattazioni, il Dow Jones è sceso dello 0,28% a 31.819,05 punti, l'indice Nasdaq ha guadagnato lo 0,45% a 11.188,84 punti e lo S&P 500 è sceso dello 0,13% a 3.856,53 punti.
I rendimenti dei Treasury sono crollati, con il Treasury a 2 anni che è sceso di oltre 60 punti base scivolando sotto il 4% ai minimi di sei settimane, poiché gli investitori scommettono che le tensioni nel settore bancario potrebbero costringere la Fed a ripensare il suo percorso di rialzo dei tassi.
A seguito del crollo di Silicon Valley Bank e Signature Bank, il governo degli Stati Uniti e la Federal Reserve sono intervenuti per salvare le banche in crisi, accettando di sostenere tutti i depositanti. La Fed ha anche lanciato un nuovo programma di finanziamento che offre prestiti con scadenze fino all'anno.
Il sostegno dell'istituto centrale, tuttavia, non è riuscito ad arginare le perdite nel settore bancario, con la First Republic Bank che scivola di oltre il 60% e i titoli delle principali banche in calo, da JPMorgan Chase & Co (-1,80%) a Bank of Amercia (-5,68%) e Citigroup (-7,41%).
A far limitare le perdite, il comparto tech, che ha aiutato la ripresa del mercato più ampio, sostenuta dal calo dei rendimenti dei Treasury. Il titolo Microsoft è salito del 2%, Apple di oltre l'1%, Meta Platforms +0,77% e Alphabet, casa madre di Google, +0,53%.
Sempre sul fronte azionario, Roku ha chiuso in ribasso dopo che la società venerdì ha rivelato di avere circa 487 milioni di dollari (il 26%) delle sue riserve di liquidità bloccate presso la Silicon Valley Bank. Balza invece del 14% il titolo di Seagen dopo la notizia che la società sanitaria sarà acquisita da Pfizer (+1,17%) per potenziarne il portafoglio per il trattamenti sul cancro.
La Fed apre un'indagine
La Fed ha annunciato che avvierà un'indagine interna sulla supervisione della banca californiana Silicon Valley Bank (Svb), il cui fallimento ha provocato un'onda d'urto sui mercati mondiali "Gli eventi che circondano la Silicon Valley Bank richiedono un'analisi approfondita, trasparente e tempestiva da parte della Federal Reserve", ha affermato il presidente della Fed Jerome Powell nella dichiarazione. I risultati saranno pubblicati il 1 maggio.
"Dobbiamo essere umili e svolgere un esame attento e approfondito di come abbiamo supervisionato e regolamentato questa società, e cosa dovremmo imparare da questa vicenda", ha affermato il vicepresidente dell'istituto responsabile della regolamentazione bancaria, Michael Barr. La Federal Reserve è responsabile del monitoraggio, dell'ispezione e dell'esame di determinati istituti finanziari "per garantire che rispettino le norme e i regolamenti e operino in modo sicuro e affidabile", si legge sul sito web del'istituto centrale
Michael Barr, nominato da Joe Biden alla carica chiave di vicepresidente responsabile della supervisione di questo settore, è entrato a far parte della Fed lo scorso luglio. È stato uno dei principali artefici della legge Dodd-Frank, varata dopo la crisi finanziaria del 2008-2009 per regolamentare meglio l'attività dei maggiori istituti bancari americani.