AGI - Balzo inatteso della creazione di posti di lavoro a gennaio negli Usa, mentre il tasso di disoccupazione è sceso ai minimi da 53 anni e mezzo. Wall Street ha reagito aprendo in forte calo, complici anche i risultati negativi delle trimestrali delle big tech, e il dollaro si è rafforzato sulle altre valute.
I dati molto positivi e ben oltre le attese alimentano i timori che la Federal Reserve possa mantenere i tassi d'interesse più alti per combattere l'inflazione.
In un primo momento i mercati finanziari statunitensi ed europei hanno reagito male sulle aspettative di un ulteriore inasprimento della politica monetaria, poi hanno recuperato in parte le perdite viaggiando contrastati. Il focus degli investitori è ora concentrato sulle prossime mosse delle banche centrali: la Fed ha proprio recentemente allentato la sua stretta, mentre la Bce ha già fatto sapere che a marzo innalzerà i tassi di un altro 0,50% con l'obiettivo di contenere il rialzo dell'inflazione.
Nel dettaglio l'economia Usa ha creato 517.000 posti di lavoro a gennaio, oltre le stime degli analisti che scommettevano su 188.000. Il tasso di disoccupazione è sceso nello stesse mese al 3,4%, ai minimi da maggio del 1969, contro il 3,5% del mese precedente e contro le attese per il 3,6%.
Il Dipartimento del Lavoro Usa ha riferito inoltre che il dato di dicembre è stato rivisto da 223.000 a 260.000 e quello di novembre da 256.000 a 290.000. L'occupazione, nel 2022, è aumentata in media di 401.000 posti.
A gennaio, l'occupazione nel settore ospitalità e divertimenti è salita di 128.000 unità, dopo un aumento medio mensile nel 2022 di 89.000. Gli occupati del settore manifatturiero sono saliti di 19.000 mila unità al di sopra delle stime di 6.000, e contro i 12.000 del mese precedente.
Le retribuzioni medie orarie si sono attestate a 33,03 dollari, con un aumento dello 0,3% sul mese e del 4,4% sull'anno (contro stime per un +0,3% +4,3% rispettivamente) dopo il +0,4% mensile e +4,9% tendenziale di dicembre.
Si tratta di "una pessima notizia per la Federal Reserve statunitense", che segue da vicino lo stato del mercato del lavoro per orientare la propria politica monetaria, osserva John Plassard, specialista degli investimenti di Mirabaud.
Dal punto di vista della Fed, un mercato del lavoro forte conferma che l'economia non è in recessione, il che le dà spazio per moderare ulteriormente l'inflazione aumentando i tassi di riferimento. Anche il calo delle retribuzioni orarie non sembra essere una fonte di consolazione. "Nonostante il buon orientamento dei salari orari, è difficile considerare questo dato, nel lungo periodo, come non inflazionistico", ha commentato Christian Parisot, economista del broker Aurel BGC.
Il rapporto sui posti di lavoro arriva un giorno dopo che la Federal Reserve ha rallentato i rialzi dei tassi e ha confermato che continuera' a combattere l'inflazione. I mercati hanno visto nei discorsi di questa settimana delle banche centrali statunitense, europea e britannica "un'imminente fine dei rialzi dei tassi delle banche centrali", ha dichiarato Sebastian Paris Horvitz, responsabile della ricerca presso La Banque Postale AM.
In termini di risultati, Apple e Alphabet hanno registrato un calo dei ricavi e dei profitti, mentre Amazon è stata cauta nelle sue previsioni, il che ha riportato gli investitori alla realtà di un'economia globale che si sta esaurendo. "Il trio di titani della tecnologia è inciampato nei risultati di ieri sera", ha commentato Neil Wilson, analista di Finalto, che ha rilevato "un chiaro problema di domanda" per Apple, dato che i consumatori hanno ridotto le spese.
Esulta Biden
"I posti di lavoro aumentano e l'inflazione scende, il mio piano economico sta funzionando". Questo il commento positivo del presidente Usa, Joe Biden, su Twitter.