AGI - Caro energia, inflazione, tassi d'interesse. Christine Lagarde, presidente della Bce, è tornata a parlare ai giornalisti dei mesi che verranno facendo una panoramica sulla situazione attuale e immaginando i più probabili scenari. "Le pressioni sui prezzi rimangono forti, in parte perché gli alti costi dell'energia si stanno diffondendo in tutta l'economia. L'inflazione al netto dell'energia e dei generi alimentari è rimasta al 5,2% a gennaio, con l'inflazione dei beni industriali non energetici salita al 6,9% e quella dei servizi scesa al 4,2%".
Per Lagarde "le misure governative per compensare le famiglie per gli alti prezzi dell'energia smorzeranno l'inflazione nel 2023, ma si prevede che l'inflazione aumenterà una volta scadute. Allo stesso tempo, la portata di alcune di queste misure dipende dall'andamento dei prezzi dell'energia e il loro contributo previsto all'inflazione è particolarmente incerto".
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Concentrandosi sul vecchio continente, il capo della Bce ha spiegato come "l'attività economica" dell'Eurozona "abbia frenato marcatamente da metà 2022 e ci aspettiamo che resterà debole nel breve termine".
"Il Consiglio direttivo resta impegnato ad aumentare i tassi d'interesse significativamente a un ritmo stabile e a mantenerli su livelli che siano sufficientemente restrittivi per assicurare un tempestivo ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%", spiega.
I rischi per le prospettive di crescita economica e per l'inflazione nell'Eurozona "sono diventati più bilanciati"m, ha aggiunto Lagarde. "La guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e la sua popolazione", ha affermato la numero uno dell'Eurotower, "continua a rappresentare un rischio negativo significativo per l'economia e potrebbe far aumentare nuovamente i costi dell'energia e dei generi alimentari. La crescita dell'area dell'euro potrebbe inoltre subire un ulteriore freno se l'economia mondiale si indebolisse più bruscamente di quanto ci aspettiamo".
Inoltre, "la ripresa si scontrerebbe con ostacoli se la pandemia dovesse riacutizzarsi e causare nuove interruzioni dell'approvvigionamento. Tuttavia, lo shock energetico potrebbe attenuarsi più rapidamente del previsto e le imprese dell'area dell'euro potrebbero adattarsi più rapidamente al difficile contesto internazionale. Ciò sosterrebbe una crescita superiore a quella attualmente prevista".
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Aumento dei tassi a marzo
Lo sguardo è anche a quello che potrebbe accadere in primavera. "A dicembre ho detto che sono necessari significativi aumenti dei tassi per riportare l'inflazione al 2% in un tempo ragionevole. A marzo intendiamo aumentare i tassi di 50 punti base ma questa non è una decisione irrevocabile ma, appunto, un'intenzione".
"Sappiamo - ha concluso - di avere ancora tanta strada da fare. Sappiamo che non abbiamo finito. Quello che vogliamo dire è che, man mano che riceveremo le proiezioni, dovremo valutare quali tassi, quale livello e quale ritmo saranno necessari per aumentare i tassi in modo significativo e per rimanervi per un periodo sufficientemente lungo da poter essere fiduciosi che a quel livello di tassi potremo effettivamente
raggiungere l'obiettivo del 2% d'inflazione a medio termine che ci siamo prefissati".