AGI - La Bce alza i tassi dello 0,50% portando quello principale al 3% e annuncia che nel meeting di marzo procederà a un aumento della stessa entità. A differenza di dicembre, tuttavia, la comunicazione convince i mercati che reagiscono positivamente e incrementano i guadagni. "Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo", il Consiglio direttivo della Bce intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, per poi "valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria", spiega la nota diffusa dall'Eurotower al termine della riunione.
"Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi", sottolinea il comunicato, "farà diminuire nel corso del tempo l'inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione. In ogni caso, anche in futuro le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento saranno guidate dai dati e rifletteranno un approccio in base al quale tali decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione"
Da marzo al via quantitative tightening
Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso le modalità di riduzione delle consistenze dei titoli detenuti dall'Eurosistema nel quadro del Programma di acquisto di attività (App). Come comunicato a dicembre il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese dall'inizio di marzo alla fine di giugno 2023 e verrà poi determinato nel corso del tempo.
Per quanto riguarda il Pepp (Pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione del portafoglio del Pepp sarà gestita in modo da evitare interferenze con l'adeguato orientamento di politica monetaria. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del Pepp, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.
Lagarde: "Economia resterà debole nel breve termine"
"L'attività economica" dell'Eurozona "ha frenato marcatamente da meta' 2022 e ci aspettiamo che resterà debole nel breve termine", ha sottolineato la presidente della Bce, Christine Lagarde, in conferenza stampa. "Le pressioni sui prezzi rimangono forti, in parte perché gli alti costi dell'energia si stanno diffondendo in tutta l'economia. L'inflazione al netto dell'energia e dei generi alimentari è rimasta al 5,2% a gennaio, con l'inflazione dei beni industriali non energetici salita al 6,9% e quella dei servizi scesa al 4,2%".
Nonostante Lagarde abbia detto che il Consiglio direttivo resta "impegnato ad aumentare i tassi d'interesse significativamente a un ritmo stabile e a mantenerli su livelli che siano sufficientemente restrittivi per assicurare un tempestivo ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%", i mercati hanno reagito bene grazie al fatto che i rischi per le prospettive di crescita economica e per l'inflazione nell'Eurozona "sono diventati più bilanciati".
Mercati ok, crollano spread e rendimento
L'atteggiamento meno da falco ha fatto scendere lo spread a 180 punti rispetto ai 197 dell'apertura con il rendimento del decennale sceso sotto il 4% a 3,867%.
Per Fitch i tassi saliranno ancora di 100 punti base
"Riteniamo che i tassi di interesse termineranno il ciclo con un rialzo di altri 100 punti base rispetto alla situazione attuale. I dati sul Pil e i sondaggi di questa settimana hanno mostrato che l'Eurozona ha evitato la contrazione causata dallo shock del gas, ma l'aumento dei tassi di interesse raffredderà ulteriormente l'attività", afferma Fitch in una nota a commento delle decisioni annunciate oggi dall'Eurotower.
Il parere degli analisti
"Per la prima volta sembra che anche la Banca Centrale Europea, come quella americana ieri, abbia ammesso che l'aumento dei prezzi sia in parte sotto controllo, o quantomeno meno a rischio di una spirale al rialzo, generando speculazioni su una politica monetaria relativamente più accomodante", evidenzia Giorgio Broggi, quantitative analyst di Moneyfarm.
Per Dave Chappell, gestore mercato obbligazionario di Columbia Threadneedle Investments, "sebbene Lagarde abbia sottolineato che ci sarà ancora molto da fare, la Banca Centrale potrebbe trovarsi da sola nel continuare a perseguire una politica monetaria in territorio restrittivo. La fine sembra essere prossima e i mercati lo hanno percepito".
"Lagarde in versione 'falco in fase di addolcimento'", nota Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, di Intermonte spiegando che "nel comunicato viene dichiarata l'intenzione di procedere a un altro rialzo di 50 pb ma poi segue la puntualizzazione che l'intenzione non è al 100% un impegno". Tradotto, spiega Cesarano, "l'intenzione dei falchi è di rialzare di 50 pb ma si può' anche optare per 25pb se da qui al 16 marzo (data del prossimo meeting) i dati sull'inflazione di febbraio dovessero segnalare un rallentamento marcato".
Secondo Frederik Ducrozet, Capo della ricerca macroeconomica e Nadia Gharbi, Senior Economist di Pictet Wealth Management la Bce "non si è impegnata a definire un percorso specifico per i tassi oltre marzo. Le decisioni future dipenderanno dai dati, come è giusto che sia". In secondo luogo, aggiungono, la Bce "ha corretto la sua valutazione dei rischi, notando che sia i rischi per la crescita sia quelli per l'inflazione sono ora diventati 'più' equilibrati'.
Per quanto riguarda l'inflazione, si è trattato di una sorpresa che potrebbe rivelarsi prematura, anche se la Lagarde ha poi aggiunto che il processo disinflazionistico non è ancora in atto". In terzo luogo, la Bce "ha riconosciuto l'effettiva trasmissione della politica monetaria attraverso il canale del credito, con Lagarde che ha sottolineato più volte l'indebolimento dei flussi di credito e la Bank Lending"