AGI - Algoritmi e intelligenza artificiale nuocciono al giornalismo? Quando i ricercatori che operano sul web hanno scoperto la scorsa settimana che Cnet “aveva pubblicato alla chetichella dozzine di articoli di approfondimento generati interamente dall'intelligenza artificiale, “il popolare sito tecnologico ha riconosciuto che era vero, ma ha descritto la mossa come un mero esperimento”, scrive il Washington Post.
Tuttavia gli interrogativi sui benefici effetti o meno della IA sul giornalismo sono rimasti. Tanto più che dopo la pubblicazione, Cnet ha dovuto inserire avvisi di correzione degli articoli stessi e procedere alla revisione di “errori molto stupidi” denunciati dalla concorrenza.
Un esempio di errore? “Un articolo automatizzato sull'interesse composto, ad esempio, affermava erroneamente che un deposito di $ 10.000 con un interesse del 3% avrebbe fatto guadagnare $ 10.300 dopo il primo anno”, ma non è affatto vero, perché semmai il deposito “guadagnerebbe effettivamente solo 300 dollari”.
Racconta il Post che “fino alla scorsa settimana, il sito Cnet aveva timidamente attribuito le sue storie scritte a macchina a "Cnet Money Staff" e solo facendo clic sul sottotitolo il lettore può venire a sapere che l'articolo è stato prodotto dalla "tecnologia di automazione", cioè dall’IA. L’azienda è subito corsa ai ripari e ha poi cambiato le definizioni di cura e ha apportato alcune modifiche come: “Questo articolo è stato assistito da un motore di intelligenza artificiale", stabilendo anche che le storie venissero "accuratamente modificate e verificate da un editore della nostra redazione".
Ciò che ha fatto gridare al “fallimento editoriale” o quantomeno al fallimento dell’esperimento in sé. “Mi chiedo se la voce apparentemente autorevole dell'IA abbia portato gli editori ad abbassare la guardia", ha sottolineato Hany Farid, professore di ingegneria elettrica e informatica presso l'Università della California a Berkeley ed esperto di tecnologie deepfake, "e se fossero stati meno attenti di quanto avrebbero potuto essere con la scrittura di un giornalista in carne e ossa". Anche se la copia scritta da un robot di Cnet è generalmente indistinguibile dallo stesso tipo prodotto dall'uomo, si osserva.
Chiosa il quotidiano americano: “L'implementazione della tecnologia arriva in un contesto di crescente preoccupazione per gli usi e i potenziali abusi di sofisticati motori di intelligenza artificiale. Le straordinarie capacità della tecnologia hanno però portato alcuni distretti scolastici a prendere in considerazione la possibilità di vietarla per evitare che gli studenti la utilizzino per risparmiare sui compiti in classe e a casa”.
Quanto all'editore di Cnet, Connie Guglielmo, in una dichiarazione resa pubblica la scorsa settimana ha definito l'uso dell'IA da parte del suo sito “un esperimento” volto non a sostituire i giornalisti ma ad assistere il loro lavoro. "L'obiettivo è vedere se la tecnologia può aiutare il nostro impegnato staff di giornalisti ed editori con il loro lavoro per coprire argomenti da una prospettiva a 360 gradi", ha affermato. La sperimentazione continua.