AGI - Si apre una settimana che potrebbe risultare decisiva per il futuro di Ita, anche se per l'ex compagnia di bandiera mai nulla si può dare per scontato. È attesa infatti tra mercoledì e giovedì prossimi la formalizzazione dell'offerta di Lufthansa per la società controllata al 100% dal ministero dell'Economia.
Secondo le ultime indiscrezioni, l'orientamento dei tedeschi, che potrebbero anche anticipare i tempi, è di mettere sul piatto circa 350 milioni di euro tramite un aumento di capitale riservato per rilevare il 40% del capitale. Si tratta di una cifra più alta delle ipotesi iniziali e valuta l'intera Ita quasi 850 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto della compagnia pari a 500 milioni.
Un premio riconosciuto in cambio di alcune garanzie e condizioni poste dal vettore tedesco. Lufthansa "sta cercando di ottenere l'opzione di ritirarsi da un'acquisizione completa nel caso in cui l'impresa non dovesse funzionare", ha infatti riportato Bloomberg. Tra le condizioni avanzate dalla compagnia tedesca ci sono "le deroghe per proteggersi da eventuali imprevisti derivanti dall'integrazione di Ita, successore della fallita Alitalia", e in primis dalle possibili conseguenze che potrebbero arrivare dalle centinaia di cause di lavoro (1.147 per la precisione) intentate dagli ex dipendenti di Alitalia e attualmente in cassa integrazione.
Qualora i giudici del lavoro riconoscessero - come richiesto dai ricorrenti - la continuità aziendale tra Alitalia e Ita, gli ex lavoratori verrebbero reintegrati nella nuova compagnia e Lufthansa chiede, appunto, garanzie che in questo caso sia il ministero dell'Economia a farsi carico degli oneri.
L'altro tema che sta a cuore ai tedeschi è quello legato agli incentivi di Regioni e società di gestione aeroportuali alle low cost, alla base della forza delle varie Ryanair ed EasyJet sul mercato italiano a scapito di Ita, è il ragionamento dei manager tedeschi. Che proprio per questo reclamano 'aiuti' più trasparenti a vantaggio di una maggiore concorrenza nei cieli italiani, uno dei modi per rendere profittevole Ita e non andare a sbattere in futuro contro nuovo debito.