AGI - La sterilizzazione delle accise sui carburanti non è un aumento e il governo non poteva fare altrimenti in questo momento: la decisione è corretta per non pesare sulla finanza pubblica e per aiutare le famiglie alle prese con il caro bollette. Gli economisti concordano su questa visione, fornendo motivazioni differenziate.
"I fatti sono chiari - afferma all'AGI Vittorio De Pedys, Professore di economia e finanza a Tor Vergata e alla Escp Business School - il governo Draghi nel marzo 2022 decise di applicare il taglio sull'accisa sui carburanti dal momento che il prezzo della benzina era schizzato, effettuando così uno sconto di circa 25 centesimi. L'accisa finanzia integralmente il bilancio dello Stato e non è vero che si paga ancora per la guerra in Etiopia e o per i danni della diga del Vajont. Il nuovo governo ha prima mantenuto poi ridotto lo sconto, quindi lo ha tolto nella legge di Bilancio. Ma la polemica non è fondata perchè il valore non è aumentato, è tornato al livello esistente prima del governo Draghi. Ora lo sconto sull'accisa viene tolto perchè il prezzo di benzina e gas è sceso molto, tornando agli stessi livelli del 2012-2013. Il governo ha quindi preso la decisione corretta eliminando lo sconto che vale oltre 700 milioni al mese e fino a novembre è costato 7-8 miliardi, e scegliendo di dirottare le risorse su altre spese".
"Ha fatto bene - insiste - perchè il prezzo della benzina ce lo consente e perchè quei miliardi possono essere indirizzati verso altre cose. Come ha fatto notare l'Ufficio parlamentare di bilancio, essendo il taglio lineare ne beneficia maggiormente la parte della popolazione piu' ricca. Le risorse sono invece state dirottate verso le fasce più sofferenti con l'intervento sulle bollette e sulle pensioni. è la stessa cosa fatta dal governo spagnolo che è di sinistra, per le identiche ragioni".
Secondo De Pedys, nel manifesto elettorale del Centrodestra si parla di sterilizzazione e quindi "la difesa del governo è coerente. D'altronde - prosegue - per abolire le accise serve la crescita economica. Se questo esecutivo riuscira' a sviluppare la crescita potra' intervenire ma nella situazione in cui si è trovato ha dovuto velocemente mettere in essere la manovra e dirottare le risorse sulle azioni piu' urgenti per far fronte alle difficolta' della popolazione".
Fabrizio D'Ascenzo, preside della facoltà di economia della Sapienza, tiene a precisare che si parla di sterilizzazione, per spostare risorse su altre voci di spesa. La polemica politica nasce quindi da "un problema di interpretazione". Le azioni intraprese dal governo per fare verifiche sul prezzo medio del carburante "potranno essere un indicatore per poter mettere in evidenza le differenze".
Non vede spazi per un taglio delle accise Cesare Pozzi, Professore di Economia industriale alla Luiss e all'Università di Foggia, considerando la situazione della finanza pubblica. "La coperta è corta - fa notare all'AGI - ed è difficile da gestire, sostituendo con un altro prelievo fiscale. Il prelievo rimane invariato e non si puo' tagliare ex ante, ma solo dopo se il prezzo del carburante aumenterà nuovamente".
Nell'analisi di Pozzi, stiamo vivendo un "momento di passaggio" da un'economia basata sui combustibili fossili a una basata sull'energia pulita senza avere ancora compreso come avverrà, quanto arrivera' a costare, cosa comportera' nel cambiamento degli stili di vita e nei rapporti sociali. Il passaggio alle rinnovabili richiede massima attenzione. "Il governo - osserva - aveva parlato di sterilizzazione anzichè taglio: è un tema delicato per la finanza pubblica. Non intende aumentare le risorse prese dal fossile ma questo non vuol dire ridurle. è una posizione saggia e attendista, nel percorso verso l'energia pulita. In una fase di passaggio i costi sono tanti e non sono non solo monetari". Secondo Pozzi, il modello infrastrutturale e logistico italiano dovrà cambiare e adeguarsi; ma nel breve periodo "non ci sono spazi per la finanza pubblica". "Sterilizzare l'accisa è coerente; se aumentera' il costo della benzina il governo non potra' che intervenire".
Gian Piero Joime, professore di economia dell'ambiente dell'Università Guglielmo Marconi e membro del comitato scientifico della fondazione sviluppo sostenibile, invita a valutare il tema nel più ampio "contesto delle crisi energetica, economica e geopolitica che sta attraversando l'Europa", dipendente nell'approvvigionamento energetico da decenni. "Il governo si è trovato a dover tamponare il caro bollette e la coperta è corta. Si potranno toccare le accise nel momento in cui lo Stato avrà piu' entrate e potrà liberare risorse. Si dovrà fare un'attenta analisi sulla filiera del caro carburante, ma ora non si poteva fare altrimenti. Penso sia stata adottata la misura corretta nel contesto attuale che vedeva le famiglie in difficolta'".