AGI - A dicembre del 2022 il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso al 3,5%, sotto le attese del mercato (3,7%) e toccando i minimi di 29 mesi raggiunti a settembre 2022.
Lo riferisce il dipartimento del Lavoro Usa ricordando che a novembre il tasso di disoccupazione era stato pari al 3,6%.
L'attenzione è ora rivolta al prossimo direttivo della Fed, che potrebbe decidere un rialzo dei tassi meno drastico rispetto alle ultime riunioni. Il presidente della Fed di Atlanta, Raphael Bostic spera in un ammorbidimento della politica monetaria: "Confido in un aumento di 50 o 25 punti base alla prossima riunione", ha detto Bostic alla Cnbc, "se comincio a sentire segnali che il mercato del lavoro sta iniziando ad allentarsi un po' in termini di tensione, allora potrei sostenere la posizione per un aumento di 25 punti base".
Festeggia il presidente Usa Joe Biden: " l rapporto di oggi è un'ottima notizia per la nostra economia e un'ulteriore prova che il mio piano economico sta funzionando".
Per quanto riguardo gli occupati, il mese scorso l'economia Usa ha creato 223.000 posti di lavoro, il minimo da dicembre 2020, dopo un aumento di 256.000 rivisto al ribasso a novembre e ben oltre le aspettative degli analisti di 200.000 posti.
Incrementi di posti di lavoro si sono verificati nel tempo libero e nell'ospitalità (67.000), nell'assistenza sanitaria (55.000), nell'edilizia (28.000) e nell'assistenza sociale (20.000), mentre l'occupazione è cambiata poco nella produzione (8.000), nel commercio al dettaglio (9.000) e nel governo (3.000).
L'occupazione a libro paga è aumentata di 4,5 milioni nel 2022, un aumento mensile medio di 375.000, rispetto a 562.000 al mese nel 2021 e 168.000 nel 2019.
Il rapporto mostra che le assunzioni stiano rallentando sebbene rimangano forti, poiché il mercato del lavoro si sta normalizzando dopo lo choc pandemico.
Per il 2023, il mercato del lavoro dovrebbe rimanere teso, ma la crescita dell'occupazione rallentera' ulteriormente e il tasso di disoccupazione dovrebbe salire al 4,6%, secondo le previsioni della Fed. Molte grandi aziende tecnologiche hanno già annunciato massicci licenziamenti a causa dell'aumento dei tassi di interesse, della debole domanda dei consumatori e di un rallentamento economico globale.