La fine delle restrizioni anti covid segna il ritorno alla normalità. Ma vita reale e vita digitale vanno sempre più a braccetto.
Computer, smart tv, smartphone sono le uniche spese che sono cresciute dal 2008, prima e dopo la pandemia.
Nelle case degli italiani ci sono più schermi che persone – cinque per famiglia – ed è boom dei dispositivi connessi a internet, saliti a 93 milioni ben 17 milioni in più rispetto a cinque anni fa. Il quinto rapporto Auditel-Censis sulla transizione digitale descrive un Paese che grazie alle televisione e alla banda larga corre verso la modernità. Ma il salto sarà completo, si rileva nel rapporto, se si sfrutterà al meglio l’opportunità del Pnrr per recuperare le sacche di esclusione digitale.
5° Rapporto Auditel-Censis https://t.co/ZzuAneir1A
— Censis (@FonteCensis) December 16, 2022
Studio, lavoro, sport, intrattenimento, relazioni, acquisti, rapporti con le banche e con la pubblica amministrazione: non c’è settore della vita sociale che non sia entrato a pieno titolo nel digitale.
Snocciolando i dati del rapporto Auditel Censis emergono cinque punti chiave per leggere la corsa degli italiani verso la modernità
Smart Tv, smartphone e computer trainano la spesa
Computer, smart tv smartphone e accessori sono le uniche voci di spesa che crescono dal 2008 ad oggi, e che sono cresciute anche durante e dopo la pandemia. Se si considerano pari a 100 le spese complessive e quelle in comunicazione sostenute dalle famiglie italiane nel 2008; nel 2021 quelle totali sono scese a 93,2, mentre quelle per attrezzature audiovisive, fotografiche e di elaborazione delle informazioni sono salite a 230,7; e quelle per telefoni e apparecchiature telefoniche sono pari a 598,8.
Più schermi che persone in casa
Più soldi spesi per la comunicazione significano anche più schermi nelle case degli italiani: Auditel ne censisce 120 milioni, con una media di 5 schermi per famiglia. Se si considera che il numero medio di componenti di un nucleo famigliare è di 2,5 persone, significa che oggi in molte case ci sono più schermi che individui. Non basta. La ricerca di base Auditel registra 93 milioni e 200.000 dispositivi connessi ad internet all’interno delle abitazioni. Nel 2017 erano poco meno di 74 milioni. In cinque anni ci sono circa 20 milioni di device connessi in più. Sempre nel 2017, i televisori presenti nelle case degli italiani erano 42 milioni e 700.000 e le Connected TV (Smart TV o TV connesse con dispositivi esterni) erano 5 milioni e 400.000.
Smartphone re dei device
Al primo posto tra i device ci sono 48 milioni di smartphone, aumentati di oltre 6 milioni dal 2017 ad oggi. Le televisioni sono circa 43 milioni, presenti nel 97,3% delle abitazioni: 16 milioni e 700 mila apparecchi sono Connected TV, vale a dire Smart Tv o Tv con dispositivi esterni connessi.
Un dato in crescita del 210% rispetto al 2017, che in valore assoluto significa oltre 11 milioni di apparecchi televisivi connessi in più negli ultimi cinque anni.
Il boom dei device connessi è stato possibile perché “il nostro Paese - si spiega nella ricerca - ha imboccato con decisione la strada della modernità, potenziando la presenza della banda larga e la possibilità di dotarsi di connessioni di qualità. I nuclei famigliari che dispongono di connessione al web sono il 90,4% del totale, mentre il 59,8% possiede un collegamento ad internet attraverso una connessione sia mobile che fissa, in grado di supportare qualsiasi attività”.
Over 65 e anziani soli fanalino di coda del popolo digitale
La situazione attuale vede la stragrande maggioranza delle famiglie italiane, l’87,2% del totale, che ha in casa almeno un device connesso. Restano 2 milioni e 300.000 nuclei famigliari, pari a 3 milioni di persone, per la quasi totalità over 65enni, che non sono collegati. E restano esclusi dalla modernità 3.000 nuclei che non hanno nessun device.
Fuori dal digitale rimangono quasi 2 milioni di famiglie che possiedono solo la TV lineare e non hanno neppure lo smartphone. Sono le stesse famiglie, composte per lo più da anziani soli, che non sono collegate al web.
L’ultimo tuffo nella modernità è legato al Pnrr
Ci sono ancora 3 milioni e 500.000 televisori che risalgono a prima del 2011 e, presumibilmente, non sono in alcun modo compatibili con il passaggio al digitale terrestre di seconda generazione. A questi vanno aggiunti oltre 11 milioni di televisori di cui non è possibile ricostruire con esattezza la data dell’acquisto e che potrebbero non essere in grado di supportare la nuova tecnologia.
"I prossimi cinque anni - spiega il rapporto Auditel-Censis - si annunciano determinanti per recuperare le sacche di esclusione e di marginalità dalla vita digitale. Lo switch-off potrà contribuire. Ma la spinta determinante verrà dal Pnrr, che ha destinato 6,7 miliardi di euro per connettere tutta l’Italia entro il 2026 con reti ad altissima velocità, fisse e mobili e sostenere, attraverso l’introduzione di misure di sostegno economico, la domanda di connettività delle fasce deboli di popolazione".