AGI - La maggioranza punta a ridurre gli emendamenti segnalati alla manovra economica per accordiare i tempi in Commissione Bilancio, anche ampliando il dialogo con le opposizioni, e far approdare il testo in aula. Fonti parlamentari riferiscono di una possibile scrematura a 60 testi segnalati dalla maggioranza partendo dai 200 attuali, per concentrare le risorse su pochi provvedimenti da valorizzare ed evitare il rischio di parcellizzarle. Una impostazione pensata anche per accogliere alcune delle 250 proposte - da provare a ridurre a 150 - segnalate dalle opposizioni.
Oggi sarebbe arrivata una intesa di massima sul 'tesoretto' della legge di bilancio in quota ai partiti, che ammonta a circa 400 milioni di euro: sarà diviso, a quanto apprende l'AGI, in 250 milioni alla maggioranza e 150 all'opposizione. La maggioranza ha deciso di dare spazio alle richieste dei partiti dell'opposizione anche se tra le forze politiche che sostengono l'esecutivo affiora comunque un po' di malessere sulla 'ripartizionè dei fondi destinati alle modifiche alla manovra.
Le risorse sono limitate e sarà il governo a dover presentare gli emendamenti - dovrebbe farlo entro venerdì 18 dicembre - per sciogliere i maggiori nodi sul tavolo. A partire dall'innalzamento delle pensioni minime a 600 euro su cui punta Forza Italia per 'input' direttamente di Silvio Berlusconi. Servono 450 milioni, si sta cercando la possibilità di arrivare a 590 euro ma non c'è ancora l'ok definitivo dell'esecutivo.
Il tempo è una variabile non secondaria. Le forze che sostengono il governo di Giorgia Meloni puntano a chiudere in Commissione con gli emendamenti domenica notte ma non è escluso che si vada a finire a lunedi'. Il documento di bilancio è atteso in aula alla Camera dal 20 dicembre, prima di Natale dovrebbe arrivare l'ok a Montecitorio. Tra i nodi da sciogliere ci sarebbe anche il cosiddetto 'Salva Sicilia', ovvero un intervento del Governo per sostenere il bilancio regionale. "Sulle coperture sarà il governo a trovare le risorse", spiega l'azzurro Roberto Pella, uno dei relatori della manovra. Poi dal 27 la palla passerà al Senato per provare a chiudere entro fine anno ed evitare l'esercizio provvisiorio.
Oggi la presidente del Consiglio ha rivendicato ancora una volta le norme contenute nella legge di bilancio, a partire da quelle che hanno subito maggiori contestazioni su contante e fisco. "Il sostegno all'economia reale passa anche dall'innalzamento del tetto dei pagamenti in contanti, da mille a cinquemila euro, e dalla possibilità che l'obbligo di accettare pagamenti elettronici sia previsto solo per quei pagamenti che superano una certa soglia. Sono due scelte che il governo rivendica", ha sottolineato Meloni. Quanto ai provvedimenti sul fisco, per la premier non c'è "nessun condono o colpo di spugna", nella manovra "ci sono solo norme di buonsenso e norme vantaggiose per lo Stato, per le famiglie e per le imprese".
Dura la posizione espressa dal leader del M5s Giuseppe Conte: "Presidente Meloni, giovedì si presenta in una Bruxelles ancora scioccata dallo scandalo sul Qatar e dalle mazzette di soldi nascoste dentro bustoni di plastica. Cosa porta in dote? Un'Italia che propone misure per rendere piu' facile la vita per i corrotti della Pa, che agevola gli evasori e che vuole far candidare i condannati?".
Mercoledì mattina intanto arriverà la valutazione della Commissione Ue sulla legge di bilancio. Eventuali appunti sulle misure sul contante, viene riferito, potrebbero portare a qualche ritocco al testo ma non a stravolgimenti.
La maggioranza, a quanto si apprende da fonti parlamentari, potrebbe inoltre trovare un'intesa per una riduzione a 40 euro della soglia sotto la quale gli esercenti possono non utilizzare il Pos per i pagamenti senza essere passibili di multe. Il disegno di legge presentato in Parlamento fissa la soglia a 60 euro. La norma sarebbe in discussione nel pacchetto di emendamenti che sta valutando la Commissione Bilancio in questi giorni.