AGI - Wall Street ha chiuso in moderato rialzo una sessione avviata in sprint con il rallentamento dell'inflazione Usa a novembre e terminata all'insegna della cautela in attesa delle decisioni del direttivo della Fed che saranno annunciate domani. L'indice Dow Jones ha concluso la giornata con un guadagno dello 0,31% a 3.416 punti, l'S&P 500 e' avanzato dello 0,72% a 4.019 e il Nasdaq dell'1,01% a 11.256 punti.
Il costo della vita negli Stati Uniti ha frenato a novembre su base annua per il quinto mese consecutivo. L'indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 7,1% contro il +7,7% di ottobre, il dato più basso dal dicembre 2021. Un andamento migliore anche rispetto alle previsioni di mercato che puntavano su un incremento del 7,3%.
Su base congiunturale, il tasso e' salito soltanto dello 0,1%, il minimo da tre mesi. Anche in questo caso battendo le stime degli analisti che si attendevano un aumento dello 0,3%.
Nonostante il rallentamento, però, l'inflazione si mantiene su un livello di tre volte superiore all'obiettivo del 2% della Fed. E il surriscaldamento è particolarmente evidente nel comparto dei servizi che maggiormente incide sulle spese dei consumatori. Domani e' atteso il verdetto della banca centrale Usa e, anche se i mercati prezzano ormai una stretta di 50 punti di base dopo quattro rialzi consecutivi dello 0,75%, gli occhi sono puntati soprattutto sulla traiettoria dei tassi a più lungo termine, con gli investitori che si chiedono per quanto tempo la Fed continuerà a mantenere un approccio aggressivo con i rischi di recessione che ne conseguono.
Non sembra intanto volersi arrestare il crollo di Tesla, che ha perso un altro 4,09%. dopo il tonfo del 6,17% segnato ieri, e ha visto la sua capitalizzazione di mercato scivolare per qualche momento anche sotto la soglia dei 500 miliardi di dollari. Negli ultimi tre mesi, i titoli del gruppo fondato da Elon Musk hanno perso circa il 50%.
Nel giro di un anno sono andati bruciati oltre 260 miliardi di valore. Secondo gli analisti, sono tre i motivi che spiegano il brusco ridimensionamento: la sovraesposizione mediatica e finanziaria di Musk dopo l'acquisto di Twitter, i ritardi produttivi causati dai problemi nella catena delle forniture e le difficoltà incontrate sul mercato cinese, l'aumento della concorrenza nel segmento delle auto eletriche negli Stati Uniti che rende meno brillanti le prospettive a medio termine.
Il calo del dollaro seguito alla frenata dell'inflazione ha invece spinto in alto le quotazioni del petrolio, che ha beneficiato anche dell'allentamento delle misure zero Covid in Cina e dei problemi di approvvigionamento negli Usa dopo il guasto che ha fermato l'oleodotto Keystone.
Il prezzo del contratto future sul Wti è stato fotografato al Nymex a 75,39 dollari a barile, in aumento del 3,03% rispetto al settlement della vigilia. Con evidenti vantaggi per l'intero comparto energetico sul listino azionario, dove Chevron ha guadagnato il 2,29%, ExxonMobil l'1,12%, ConocoPhillips l'1,45% e Marathon Oil il 2,03%.
La minor pressione sui tassi d'interese ha invece favorito gli acquisti sulle megacap dell'hi-tech. Amazon è salita del 2,14%, Microsoft dell'1,75% e Alphabet del 2,49%. Meta ha segnato addirittura un balzo del 4,74% dopo che Goldman Sachs la ha definita una 'top pick', ridimensionando i timori per l'andamento dei conti. Più cauta Apple, che ha limitato il rialzo allo 0,68%, ancora appesantita dai possibili ritardi di produzione in Cina.
Biden: "Verso la giusta direzione"
Dal rallentamento dell'inflazione Usa a novembre emergono "motivi di ottimismo", afferma il presidente Usa, Joe Biden, aggiungendo che le cose sono indirizzate nella giusta direzione. "Voglio essere chiaro, ci vorrà del tempo per riportare l'inflazione a livelli normali. Mentre effettuiamo la transizione verso una crescita più stabile, potremmo vedere anche battute d'arresto lungo il percorso. Non dovremmo dare nulla per scontato", ha affermato.
Biden ha ribadito che l'obiettivo è tenere sotto controllo gli aumenti dei prezzi senza danneggiare la crescita economica e abbassare l'inflazione mantenendo la resilienza del mercato del lavoro.
La parola alle banche centrali
Mercoledì la Fed si pronuncerà sui tassi e le previsioni al momento indicano che la banca centrale Usa varerà stretta di 50 punti base, dopo i rialzi da 75 punti degli ultimi mesi. Giovedì si riuniranno Bce e Boe e gli analisti si aspettano in entrambi i casi un aumento del costo del denaro di mezzo punto.