AGI - L'Italia detiene il record in Ue, in termini assoluti, per la mancata riscossione dell'Iva. Nel 2020 il divario - tra l'imposta dovuta e quella incassata - è stato di 26 miliardi di euro. Seguono Francia con 14 miliardi e Germania con 11 miliardi. Anche in termini percentuali il record, tra le grandi, è sempre dell'Italia (20,8%). Preceduta pero' in questo caso da Malta (24,1%) e Romania (35,7%).
Il divario complessivo dell'Iva nell'Ue nel 2020 è stato stimato a 93 miliardi di euro, pari al 9,1% del totale delle entrate Iva previste, con un calo di circa 30 miliardi di euro rispetto alle cifre riviste del 2019. Il calo puo' essere spiegato da un aumento degli adempimenti Iva dovuto in gran parte all'effetto delle misure di sostegno del governo introdotte in risposta alla pandemia di Covid.
"Tuttavia, il gap dell'Iva rimane chiaramente un problema urgente, in un momento in cui i governi hanno bisogno di entrate sostenibili per aiutare a superare l'incertezza economica attuale. è quindi necessaria un'azione urgente per mitigare queste perdite, soprattutto perchè le stime suggeriscono che circa un quarto del divario dell'Iva puo' essere direttamente attribuito al reato di frode dell'imposta", spiega la Commissione europea.
La pandemia ha portato 19 dei 27 Stati membri a registrare un calo delle entrate Iva a causa della diminuzione del consumo complessivo durante le varie fasi dei lockdown. Le entrate a livello dell'Ue sono diminuite di circa 69 miliardi di euro, pari a circa il 7% delle passivita' fiscali totali dell'Iva. La perdita di entrate è anche una conseguenza diretta delle riduzioni temporanee dell'onere Iva per mitigare l'impatto economico della pandemia.