AGI - Con il deposito alla Camera del testo della manovra economica, dopo che è stata bollinata dalla Ragioneria di Stato e firmata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si apre l'iter parlamentare per l'approvazione del documento di programmazione economica.
Mancherebbe però ancora, a quanto filtra, l’assegnazione in Commissione. I tempi sono serrati, la finanziaria va approvata in Parlamento entro fine anno, nel corso di un mese costellato dalle festività natalizie, per evitare che scatti l'esercizio provvisorio. Ci sono meno di cinque settimane a disposizione. Ecco allora che dalla maggioranza di centrodestra arriva un invito a limitare il numero degli emendamenti nel corso della discussione in Aula, che partirà dalla Camera.
Le audizioni partiranno venerdì 2 dicembre con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che verrà ascoltato dalle Commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato. Il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato al 7 dicembre alle 16:30, con domenica 11 come limite ultimo per la selezione dei segnalati. Non c’è accordo però tra gli schieramenti sul numero degli emendamenti segnalati: la maggioranza punterebbe a contenerli a 400, ovvero uno per ciascun deputato, una parte dell’opposizione si sarebbe detta maggiormente disposta al dialogo, mentre il Pd ha preannunciato che chiederà di discutere tutti i testi depositati.
Il calendario provvisorio prevede che il testo potrebbe approdare nell’aula di Montecitorio il 19/20 dicembre per essere poi discusso e approvato nel corso della settimana che conduce a Natale. L’esame in Senato invece partirà presumibilmente il 27 dicembre ha reso noto oggi il presidente Ignazio La Russa.
In 174 articoli la manovra propone interventi per 35 miliardi di euro, di cui 21 sono destinati alla mitigazione dell'aumento delle spese per l'energia di imprese e famiglie nel tentativo di contenere gli efetti della corsa dell'inflazione. Un capitolo sul quale, specifica il Dpb inviato nei giorni scorsi a Bruxelles alle istituzioni Ue, a fine marzo si procederà con una verifica per studiare l'eventuale necessità di procedere con ulteriori interventi.
Insomma, le risorse sono vincolate soprattutto al capitolo caro energia, frutto della situazione geopolitica internazionale con la guerra in Ucraina. Per le richieste di intervento della maggioranza tramite emendamenti in Aula, invece, sarebbero a disposizione circa 400 milioni di euro.
La versione depositata del testo non modifica gli articoli maggiormente al centro della discussione politica negli ultimi giorni, da quello che elimina le multe per gli esercenti che non consentono di usare il Pos per i pagamenti fino a 60 euro, al tetto per l'uso del contante alzato da mille a cinquemila euro. Sulla prima il governo ha parlato di interlocuzione in corso con la Ue che potrebbe portare a variazioni in corso dell’esame del testo. C'è anche la proroga di opzione donna per andare in pensione anticipatamente a 60 anni ma ristretta con una serie di requisiti tra cui una invalidità riconosciuta o la funzione di caregiver di un parente convivente.
E poi quota 103 per la pensione anticipata con 62 anni e 41 di versamenti ma con una serie di paletti.
Nel testo figurano poi provvedimenti su fisco, welfare, infrastrutture ed enti locali. Si va dai 50 milioni la riattivazione della società per la progettazione del ponte sullo Stretto allo stanziamento da 500 milioni per creare una card con cui le persone a basso reddito possano usufruire di sconti su prodotti alimentari. C’è anche la tassa sugli extraprofitti delle società energetiche, da cui il governo stima di raccogliere circa 2,5 miliardi.
Nell'ultima versione del testo sono stati aggiunti 18 articoli rispetto alla bozza in circolazione fino a lunedì sera, tra cui gli stati di previsione dei singoli ministeri, un fondo per dare corpo alla strategia nazionale sulla cybersecurity, con 80 milioni di euro per il 2023.
Dopo le reiterate richieste del sindaco Roberto Gualtieri è stato aggiunto anche un paragrafo al fondo sul trasporto pubblico locale che mette a disposizione 2,2 miliardi di euro - spalmati con un finanziamento in crescendo fino al 2032 - per il completamento della metro C di Roma. L'opera, in costruzione dal 2007, è entrata in servizio progressivamente a partire dal 2014 e oggi conta 22 fermate più 2 in costruzione. I fondi stanziati in manovra servono per completare la tratta fino a piazza Venezia e a progettare e realizzare la parte finale del tracciato fino alla Farnesina.