Dal gaming alla finanza, il cloud cresce e festeggia i suoi primi 25 anni
AGI - Secondo Eurostat il 79% delle aziende utilizza il cloud per la posta elettronica (l’Italia è prima in questa classifica con il 96%), il 68% per lo storage e il 58% per applicativi sulla sicurezza. Numeri inferiori per quanto riguarda le applicazioni software per finalità più avanzate, come finanza e contabilità (48%), CRM (27%) e pianificazione delle risorse aziendali (24%).
Sono alcuni dei numeri rilanciati in occasione dei 25 anni del cloud. Il 26 ottobre di 25 anni fa Ramnath Chellappa, professore d’informatica e operations management, ha pronunciato per la prima volta in ambito scientifico le parole “cloud computing”.
Lo ha fatto in un contesto universitario: una conferenza a Dallas dal titolo “Intermediaries in Electronic Markets” dove l’accademico definì il cloud computing come “un nuovo paradigma informatico in cui i confini saranno determinati dalla logica economica piuttosto che dai limiti tecnologici”.
Da quel momento il cloud computing ha avuto un impatto radicale nell’IT andando a ripensare le infrastrutture informatiche aziendali. Un’indagine condotta da Espresso Communication per Mia-Platform, società specializzata nella costruzione di piattaforme digitali cloud-native, ha messo in evidenza 10 curiosità che hanno contraddistinto la storia e l’evoluzione fino a oggi del cloud computing.
255 triliardi di byte
Secondo l’azienda americana Cybersecurity Ventures entro il 2025 saranno archiviati oltre 200 zettabyte (l’equivalente di 1 triliardo di byte) gestiti da provider pubblici e privati.
In un documento interno
Il professor Ramnath Chellappa è stata la prima persona a portare alla ribalta pubblica il termine cloud computing. Alla fine del 1996 questo termine era però comparso anche all’interno di un documento interno della Compaq realizzato da George Favaloro e Sean O'Sullivan.
Italia quinta in Europa
Secondo Eurostat il 60% delle imprese italiane dichiara di utilizzare servizi cloud per un mercato che l'Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano quantifica in 4,5 miliardi di euro (+15% rispetto al 2021). Il dato dell’adozione del cloud da parte delle imprese italiane (60%) è superiore alla media europea (42%) e posiziona il Paese al 5° posto nel continente, davanti a Germania (40%) e Francia (30%), in una classifica capeggiata dalla Svezia (75%) e chiusa dalla Bulgaria (13%).
Più sostenibili
Uno studio di Accenture ha rilevato che le aziende che migrano dai server fisici al cloud generano una riduzione del 65% del consumo di energia e una riduzione dell'84% delle emissioni di carbonio.
Chi spende di più
Secondo Gartner il paese con la spesa cloud più alta sono gli Stati Uniti: nel 2022 per i servizi cloud verrà destinato il 14% della spesa complessiva destinata all’IT. Gli Usa hanno anche il maggior numero di data center al mondo con 2.653, seguiti da UK (451) e Germania (442).
Chi ci guadagna di più
I settori finanziari, assicurativi e bancari rappresentano la principale industria che realizza ricavi da servizi cloud con il 25%. Al secondo posto ci sono i servizi di Information Technology mentre chiude il podio della ricerca Grandview Research le telecomunicazioni.
36 servizi cloud ogni giorno
Mediamente un dipendente di un’azienda utilizza 36 servizi cloud-based nella propria routine quotidiana.
Come una nuvola
Perché si è optato proprio per il termine cloud? Questa parola è stata scelta per indicare una massa, apparentemente impalpabile ed eterea, ubicata in una dimensione lontana. Proprio come una nuvola.
Gaming
Secondo un report Newzoo ci sono 31,7 milioni di giocatori nel mondo che spenderanno 2,4 miliardi di dollari in servizi e giochi cloud-based entro la fine del 2022. L’Europa vale il 30% di questo mercato dietro ad Asia e Pacifico con il 36,5%.
Smart working
Una ricerca della società americana di consulenza e ricerca del personale Robert Half afferma che uno smart worker su 3 preferirebbe lasciare il lavoro piuttosto che tornare in ufficio. La tecnologia del cloud computing ha reso più accessibile il lavoro a distanza.