AGI - L'effetto Opec+ potrebbe essere già svanito? Se lo chiedono gli osservatori alla luce del calo delle quotazioni di greggio a pochi giorni dal mega taglio da 2 milioni di barili al giorno deciso dai produttori, Russia e Arabia Saudita in testa. In realtà è il rallentamento cinese, maggior importatore di greggio del pianeta, a preoccupare gli investitori. Al momento, nella mattinata di lunedì 10 ottobre, il Brent cede lo 0,7% a 97,2 dollari al barile, il Wti lo 0,7% a 91,9 dollari.
L'attività di servizi in Cina nel mese di settembre si è contratta per la prima volta in quattro mesi scendendo sotto i 50 punti. Il rallentamento dell'economia cinese si aggiunge alle preoccupazioni per una possibile recessione globale innescata dall'impetuoso rialzo dei tassi di molte banche centrali per combattere l'inflazione.
"Il petrolio viene colpito dal triplo smacco della debolezza economica della Cina, dell'inasprimento della politica monetaria statunitense e dell'intervento dell'amministrazione Biden sulle scorte strategiche", afferma in una nota Stephen Innes, di SPI Asset Management. Altri segnali di rallentamento della domanda sono emersi dall'India, il terzo consumatore mondiale di petrolio. I dati del governo di venerdi' hanno mostrato che la domanda di carburante a settembre è scesa al livello piu' basso da novembre, giù del 3,6% rispetto ad agosto.
La settimana scorsa, a seguito del taglio deciso dall'Opec+, Brent e Wti hanno registrato i maggior rialzi dal marzo scorso, primi giorni dell'invasione russa dell'Ucraina. I tagli dell'Opec+, che precedono l'embargo dell'Unione Europea sul greggio russo, ridurrà ulteriormente l'offerta in un mercato già ristretto. Le sanzioni Ue sul greggio russo e sui prodotti petroliferi entreranno in vigore rispettivamente a dicembre e febbraio.