AGI - Nel giorno della vittoria alle politiche del centrodestra a guida Fratelli d'Italia, i mercati non sembrano spaventati dal cambio di governo a Roma e per gli analisti "non c'è un caso Italia".
Gli investitori mostrano invece di apprezzare il fatto che dalle urne sia uscita una maggioranza chiara. Milano (con Londra) è l'unica piazza finanziaria a chiudere con il segno più (Ftse Mib +0,67%) mentre il resto d'Europa è in negativo preoccupata da una possibile recessione causata dalla crisi energetica e dalla politica aggressiva della Bce, confermata oggi dalla presidente Christine Lagarde.
L'euro ha chiuso in calo contro il dollaro sui minimi da 22 anni, indebolito dai timori di recessione. Qualche piccola tensione si è registrata sul mercato dei titoli di stato con una chiusura dello spread in forte rialzo a 242 punti, ai massimi da maggio 2020, rispetto ai 229 dell'apertura.
Il tasso del decennale si è attestato al 4,516% rispetto al 4,41% dell'apertura dopo aver toccato il livello più alto da settembre 2013. In ogni caso, il mercato secondario italiano è poco più pesante della controparte tedesca. Nulla rispetto alla tempesta finanziaria che si scatenò a maggio 2018 alla vigilia della nascita del governo gialloverde. Oggi i mercati hanno già scontato la vittoria di Fratelli d'Italia.
Ci potrebbe essere un incremento della volatilità nel breve periodo, spiegano gli analisti, più legato alla composizione del governo su cui comunque la leader Giorgia Meloni ha sempre rassicurato sul requisito della competenza. I mercati terranno d'occhio il programma politico, in particolare i rapporti con l'Europa, le riforme chieste dal Pnrr e la politica fiscale per il 2023 e gli anni a venire.
A far balzare il differenziale anche le parole della presidente della Bce Christine Lagarde la quale ha ribadito che ci saranno ulteriori rialzi dei tassi nei prossimi meeting. Questo ha messo pressione sui rendimenti dei titoli più periferici, come quelli italiani.
Per l'economista Lorenzo Codogno, professore alla London School of Economics, fondatore della società di consulenza LC Macro Advisors ed ex capo-economista al ministero dell'Economia, il risultato non ha sorpreso. "I governi italiani sono spesso instabili, ma questa volta la maggioranza sembra abbastanza larga" e "la coalizione di centrodestra è probabile che ottenga una comoda maggioranza in entrambe le Camere". Questo è il segno di una "stabilità" che piace ai mercati, ha comentato.
Secondo Fabrizio Pagani, già capo della Segreteria Tecnica del Mef e attualmente Global Head of Economics Muzinich & Co, “i mercati finanziari internazionali avevano già dato per scontata una vittoria del centrodestra, quindi non c’è stato e non c’è un vero effetto sorpresa, in un momento in cui peraltro quello che domina i mercati è la politica monetaria restrittiva delle banche centrali e la cosiddetta guerra tra valute". "Credo - ha aggiunto - che non ci sia una particolare prevenzione verso il governo a guida Giorgia Meloni, certo ci sarà un onere della prova su temi fondamentali quali l’effettiva capacità di attuare il Pnrr, i rapporti con l’Europa e le riforme economiche”.
Tra le maggiori agenzie di rating, in attesa del verdetto di Moody's in calendario venerdì, Dbrs Morningstar rassicura gli investitori: "Il nuovo esecutivo sarà probabilmente meno riformista e più protezionista del governo Draghi, ma non prevediamo - sottolinea Dbrs - un completo deragliamento del programma di riforme né un cambiamento drammatico nella strategia fiscale generale. Il probabile governo guidato da Meloni dovrebbe attuare politiche che non alterino in modo significativo i fondamentali economici dell'Italia".