AGI - Wall Street chiude in calo alla vigilia del nuovo rialzo dei tassi della Federal Reserve. Il Dow Jones cede l'1,01% a 30.707,08 punti, il Nasdaq arretra dello 0,95% a 11.425,05 punti e l'S&P 500 registra una flessione dell'1,07% a 3.858,30 punti.
Domani, al termine della due giorni di politica monetaria, la banca centrale Usa dovrebbe annunciare il terzo aumento consecutivo dei tassi da 75 punti base per domare l'inflazione che viaggia sui massimi da quarant'anni.
I futures sui tassi di interesse danno però a quasi il 20% la possibilità di un aumento di un punto percentuale pieno, un numero impensabile solo all'inizio del mese, quando l'indecisione era tra rialzi di 50 e 75 punti. Crescono intanto i timori che la Fed alzi i tassi troppo rapidamente.
C'è attesa anche per le nuove proiezioni economiche al 2025 che verranno pubblicate dalla banca centrale Usa, e dalle quali gli investitori si aspettano di capire quale sarà l'impatto sull'economia a stelle e strisce della stretta monetaria.
L'indice di riferimento S&P 500 ha perso più del 19% quest'anno, poiché gli investitori temono che le misure aggressive di inasprimento della politica monetaria possano far precipitare l'economia statunitense in una recessione, e le recenti previsioni negative dell'azienda di consegne FedEx e della casa automobilistica Ford Motor hanno confermato le fosche previsioni.
Le azioni della Ford sono crollate di oltre il 12% dopo che il gruppo ha segnalato un impatto maggiore del previsto di 1 miliardo di dollari a causa dell'inflazione e ha spostato le consegne di alcuni veicoli al quarto trimestre a causa della carenza di componenti.
Ad alimentare i timori di recessione anche una serie di dati economici non confortanti: il rapporto del Dipartimento del Commercio ha rilevato che i permessi di costruzione di edifici residenziali - tra gli indicatori immobiliari più rilevanti - sono scivolati del 10% a 1,517 milioni di unità, il livello più basso dal giugno 2020.
Il rendimento del Treasury decennale di riferimento ha raggiunto il 3,58%, il livello più alto dall'aprile 2011, mentre la curva dei rendimenti tra i titoli biennali e decennali, molto osservata, si è ulteriormente invertita.
Un'inversione in questa parte della curva dei rendimenti è considerata un indicatore affidabile del fatto che seguirà una recessione entro uno o due anni. In rosso i titoli 'growth', sensibili ai tassi d'interesse.
Meta Platforms ha perso l'1,30%, Tesla ha segnato un -0,11%, Microsoft ha lasciato sul terreno lo 0,85% mentre Alphabet l'1,95% e Amazon.com l'1,98%.