AGI - La produzione di petrolio russa diminuirà del 17% entro febbraio rispetto alla produzione prebellica una volta che l'embargo dell'Ue sulle esportazioni di Mosca entrerà in vigore. Sono le previsioni dell'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) riportate dal Financial Times.
Sebbene il calo di 1,9 milioni di barili al giorno sia inferiore ai 3 milioni di barili al giorno previsti dall'Aie a marzo, le previsioni indicano l'impatto che il divieto europeo sul greggio russo e sui prodotti petroliferi raffinati potrebbe avere anche se volumi significativi venissero reindirizzati ad altri mercati.
La Russia, scrive Ft, che è uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio, ha pompato quasi 11 milioni di barili al giorno di greggio e prodotti ad agosto, in lieve calo rispetto alla produzione precedente dell'invasione dell'Ucraina a febbraio, ha affermato l'Aie. Si prevede che scenda a 10,2 milioni di barili al giorno a dicembre e a 9,5 milioni di barili al giorno entro febbraio 2023. Il mese scorso, l'Aie aveva detto che le sanzioni occidentali avevano avuto fino ad allora un "impatto limitato" sulla produzione petrolifera russa dall'inizio della guerra.
Nonostante un calo di 2 milioni di barili al giorno delle esportazioni in Europa, Stati Uniti, Giappone e Corea dall'inizio dell'invasione, il reindirizzamento dei flussi verso India, Cina e Turchia ha "attenuato le perdite a monte" per il Cremlino. Ma una volta che l'embargo dell'Ue entrerà in vigore, l'Agenzia prevede che altri 1,4 milioni di barili al giorno di greggio e 1 milione di barili al giorno di prodotti dovranno trovare una nuova destinazione.
Sebbene le esportazioni totali di petrolio russe siano effettivamente aumentate ad agosto di 220.000 barili al giorno, le entrate stimate sono diminuite di 1,2 miliardi di dollari a 17,7 miliardi per il calo delle quotazioni di greggio in tutto il mondo, ha affermato l'Aie.
L'impatto finale delle sanzioni dell'Ue dipenderà dall'effetto di un tetto massimo proposto dai membri del G7 per limitare il prezzo che i paesi al di fuori dell'embargo possono pagare per il petrolio russo. Il G7 vuole ridurre le entrate che Mosca ha dalle vendite di petrolio, evitando di aumentare ulteriormente i prezzi rimuovendo dal mercato milioni di barili russi.
L'iniziativa, sostenuta dai ministri delle finanze del G7 all'inizio di questo mese, sarà imperniata su un sistema di incentivi in base al quale gli importatori di petrolio russo che cerchino copertura assicurativa e servizi di spedizione da società con sede nei paesi del G7 e dell'Ue dovrebbero rispettare il tetto dei prezzi. L'Aie ha affermato che è improbabile che alcuni paesi terzi accettino il massimale dei prezzi, il che comporterebbe un ulteriore reindirizzamento di alcune esportazioni petrolifere russe.