AGI - La Banca del Giappone si starebbe preparando a un intervento sul mercato dei cambi per contrastare la scivolata sempre più preoccupante dello yen. Secondo i media locali, la Boj ha interpellato gli operatori del mercato dei cambi, in una rara azione che solleva speculazioni sul fatto che Tokyo possa intervenire.
Un portavoce della Banca, interpellato dall'Afp, non ha voluto commentare la notizia, riportata dal quotidiano economico Nikkei. Un "rate check" da parte della BoJ "è un modo per valutare il sentiment del mercato dei cambi", ha spiegato Toshikazu Horiuchi, analista di IwaiCosmo Securities.
"È una sorta di ultimo avvertimento prima di un intervento" sul mercato valutario, ha aggiunto. Lo yen quest'anno è crollato rispetto al dollaro, che dalla scorsa settimana è stato scambiato sopra i 140 yen, rispetto ai 115 yen di marzo. La valuta giapponese si trova al livello più basso degli ultimi 24 anni rispetto a quella americana, un fenomeno dovuto in parte al crescente disallineamento tra l'accelerazione della politica monetaria negli Stati Uniti contro l'inflazione e il mantenimento di una politica monetaria ultra-accomodante in Giappone, dove l'aumento dei prezzi è meno marcato.
Il controllo dei tassi da parte della BoJ ha avuto l'effetto immediato di sostenere lo yen: il dollaro è scambiato a 143,03 yen, mentre si era nuovamente avvicinato alla soglia simbolica dei 145 yen all'inizio della sessione, il giorno dopo i dati sull'inflazione negli Usa.
Da diversi giorni il governo giapponese rilascia dichiarazioni volte a placare la tempesta sullo yen, affermando ad esempio di non aver escluso alcuna opzione per arrestare la caduta della valuta nazionale. Un intervento diretto di Tokyo, vendendo dollari dalle sue riserve valutarie per acquistare yen, sembra però complicato da attuare perché richiederebbe una consultazione preventiva con Washington, e il successo della manovra non sarebbe comunque garantito, avvertono molti analisti.
Il calo dello yen ha un effetto a doppio faccia per il Giappone: teoricamente aumenta le entrate generate all'estero dalle aziende giapponesi quando vengono rimpatriate, ma pesa sulle importazioni del Paese, che attualmente sono in aumento a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari sullo sfondo della guerra in Ucraina.