AGI - Il rischio di una contrazione economica, unito alla forte oscillazione dei prezzi dell'energia e delle materie prime - innescata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, in corso da oltre 6 mesi - colpisce ancora il mercato dei metalli facendone calare il valore.
Va tenuto presente che l'Ucraina prima dello scoppio del conflitto era il dodicesimo produttore di acciaio, mentre la repubblica separatista del Donbass è ricca di terre rare, carbone e metalli.
Ma, in generale, il rischio recessione innescato dalla tensione globale generata dal conflitto, frena la produzione e la richiesta di materiale.
Così il rallentamento economico e l'indebolimento della domanda rischiano di penalizzare soprattutto acciaio, alluminio, rame, oro e argento.
Nei giorni scorsi Moody's ha rivisto le prospettive a 12 mesi di prezzo per un paniere di metalli e materie prime minerarie.
L'agenzia di rating concentra la sua attenzione sulla Cina, uno dei principali consumatori di carbone e minerali ferrosi, e più grande produttore di acciaio a livello globale.
Acciaio, alluminio e rame, secondo Moody's dovrebbero vedere i prezzi in contrazione ma non un crollo. Un ribasso su un orizzonte temporale di 12 mesi, ma rimarranno su livelli elevati a causa di un'offerta che non è stata al passo con la domanda negli ultimi due anni.
Nel caso del ferro, Moody's prevede prezzi che scenderanno fino a toccare il costo di produzione, provocando tagli dell'offerta che potrebbero aiutare a riequilibrare il mercato.
Solo il prezzo del minerale di ferro in un anno è crollato del 31%. Quanto ai metalli preziosi, l'aumento dei tassi di interesse imposto dalle banche centrali e dei rendimenti dei titoli di Stato rende meno conveniente detenere oro, per questo gli analisti stimano che il suo valore scenderà ancora, oltre il 6% annuale attuale. Stesso discorso vale per l'argento, che ha perso il 26% del valore su base annuale.