AGI - I mercati sono alla ricerca di un cauto e incerto rimbalzo dopo i toni da 'falco' assunti venerdì scorso da Jerome Powell a Jackson Hole e in attesa dei dati sul mercato del lavoro Usa di venerdì prossimo. Intanto i Paesi europei, alle prese con l'emergenza energetica, cercano di ridurre la propria dipendenza dalla Russia e hanno fissato per il 9 settembre un consiglio dei ministri Ue per l'energia, mentre si apre qualche spiraglio alla proposta di un price cap sul prezzo del gas e a quella di un disaccoppiamento dei prezzi dell'elettricià da quelli del metano.
In Asia i listini sono contrastati, i future a Wall Street e in Europa sono in prudente rialzo, i prezzi del gas nel Vecchio Continente frenano sotto quota 300 euro al megawattora e i rendimenti sui Treasury, dopo un'impennata al top da 15 anni, mostrano un lieve raffreddamento.
"Per il momento la tendenza dei mercati è decisamente volta a riflettere tensioni al ribasso piuttosto che al rialzo - commenta Vincenzo Bova, strategist di MtsCapitalservice - Tuttavia nelle prossime settimane molto dipenderà dalle pressioni sui prezzi dell'energia elettrica nell'Eurozona.
Se a partire dal 31 agosto, quando inizierà il periodo di manutenzione del Nord Stream, il rialzo dei prezzi del gas in Europa dovesse rallentare e se l'inflazione nell'Eurozona, che è il dato principe della prossima settimana, non dovesse sorprendere al rialzo, ci sta che l'andamento dei mercati possa essere mediamente positivo. Se invece i prezzi dell'energia dovessero continuare a crescere c'è il rischio che le Borse scendano ancora, non come a metà giugno, ma sicuramente come hanno fatto in questa fase tendenzialmente negativa".
Inoltre i mercati hanno le antenne drizzate sulle mosse della Fed. "Ci sono dei costi per ridurre l'inflazione, ma se fallissimo nel riportare la stabilità dei prezzi, le sofferenze sarebbero ancora più grandi" ha detto venerdì Powell a Jackson Hole, dando così l'esempio alle altre banche centrali, che hanno ribadito che continueranno ad alzare i tassi d'interesse, anche se dovessero creare dei danni all'economia.
In precedenza gli analisti pronosticavano una possibile svolta nella politica rialzista della Fed nella seconda metà del 2023 o giù di lì ma ora questa possibilità sembrerebbe aver perso vigore e si fa strada un allungamento dei tempi degli alti tassi di interesse.